Rifiutato porto d’armi a gioielliere vittima di furti

La Prefettura di Palermo rifiuta il porto d'armi ad un gioielliere della città, vittima di diversi furti, ma lo autorizza a detenere armi. Dopo aver ricevuto minacce di morte, il gioielliere ora ha paura.

Rifiutato porto d’armi a gioielliere vittima di furti

Il proprietario della gioielleria “La Torre” di Palermo ha ricevuto il diniego di poter avere rinnovato il porto d’armi, autorizzandolo, invece, solo a detenerle.

Il fatto sembra uscito da una pagina di un romanzo di kafkiana ispirazione, se non fosse tutto vero. “Non sono emersi elementi che dimostrano l’esposizione ad un rischio particolare ed attuale per la propria incolumità. Non si giustifica il bisogno di andare armato”. Sono queste le parole con cui la Prefettura ha deciso di rifiutare al gioielliere l’autorizzazione ad utilizzare armi. Parole che sembrano suonare come una sentenza di morte, per una persona che è sotto il mirino della malavita.

Sembra quindi non ci sia alcun pericolo per il gioielliere, se non fosse per il fatto che lo stesso è stata vittima nel 2002 di un furto, in occasione del quale i rapinatori spararono alla madre e al figlio di appena 7 anni, oltre lo stesso gioielliere, che se la cavò con appena 37 punti alla testa.

Maurizio Sicilia e la sua famiglia hanno dovuto convivere in questi anni con la costante paura e con le minacce che non hanno cessato ad arrivare. L’ultima è arrivata direttamente dal carcere dove è in stato di detenzione uno dei rapinatori di quel famoso raid del 2002. In occasione di un colloquio con la moglie, grazie alle intercettazioni, si è potuto ascoltare che il rapinatore avesse dichiarato di volere ammazzare sia il gioielliere che la madre.

Una notizia, che non ha fatto certo fare sonni tranquilli al signor Sicilia e alla sua famiglia. Ancor di più da quando per la prima volta dopo tanti tempo di regolare uso, proprio quest’anno, non potrà utilizzare le sue armi. Già perchè al signor Sicilia fino a quest’anno gli era sempre stato autorizzato il porto d’armi, ma per la Prefettura, considerata la situazione, paradossalmente non ne avrà più bisogno.

Ha ragione il signor Sicilia a sentirsi solo e abbandonato o è solo una questione di cattiva burocrazia?

Continua a leggere su Fidelity News