Processo per il professore di giurisprudenza di Bari che chiedeva sesso e soldi per far superare l’esame

Due studentesse, rispettivamente di 20 e 23 anni, hanno accusato un professore di diritto civile dell'Università di Bari per aver chiesto loro soldi e sesso per passare l'esame.

Processo per il professore di giurisprudenza di Bari che chiedeva sesso e soldi per far superare l’esame

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il docente di diritto civile dell’Università di Bari, Fabrizio Volpe, 46 anni. L’uomo avrebbe preteso prestazione sessuali e soldi da due studentesse di 20 e 23 anni per far superare loro l’esame. I reati contestati vanno dalla concussione alla tentata concussione, e dalla violenza sessuale aggravata alla tentata violenza sessuale.

I fatti risalirebbero agli anni 2011-2015. Il professore avrebbe minacciato le due ragazze chiedendo loro dei favori sessuali ed a una delle due anche soldi per poter passare l’esame di diritto civile. Secondo la ricostruzione operata dal pm Marco D’Agostino, tra il maggio del 2014 e il gennaio 2015, il professore avrebbe costretto una studentessa di 23 anni a subire atti sessuali nel suo studio privato.

Dopo aver chiesto esplicitamente alla ragazza di volere consumare con lei un rapporto sessuale e dopo che la ragazza si sarebbe rifiutata di acconsentire alla sua richiesta, si sarebbe fatto consegnare 1.000 euro in contanti al fine di poter superare gli esami di diritto civile. Il reato di concussione, quindi, si sarebbe consumato nel momento in cui il docente minacciò la ragazza di non consentirle la prosecuzione regolare dei suoi studi universitari in quanto, grazie alla sua influenza accademica, avrebbe condizionato il giudizio anche dei suoi futuri esami all’interno dell’Ateneo.

In più, nel 2011, il professore Volpe è stato anche docente di diritto privato nella stessa università. In quel frangente, l’uomo avrebbe tentato di ottenere prestazioni sessuali da un’altra studentessa, minacciandola che, se non avesse acconsentito ad avere rapporti sessuali con lui, l’imminente esame di diritto privato che doveva sostenere sarebbe andato male.

A quella richiesta, la studentessa – che all’epoca dei fatti aveva 20 anni ed era al primo anno di giurisprudenza – si era rifiutata. Nell’appello d’esame, quando si presentò, fu bocciata per essere poi promossa due mesi dopo con un altro docente.

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