Papa Francesco invita a giudicare noi stessi e a non scandalizzare i "deboli" nella fede

Lo Spirito Santo non ha confini nel suscitare il bene, il vero, il bello e per questo siamo chiamati ad accoglierlo ovunque si manifesti. Il rischio dell'autoreferenzialità, radice del proselitismo, segna la storia di tutte le comunità cristiane

Papa Francesco invita a giudicare noi stessi e a non scandalizzare i "deboli" nella fede

La grande libertà di Dio nel donarsi a noi” è “una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti”, lo ha detto Papa Francesco ai fedeli riunti in piazza San Pietro oggi, 30 settembre 2018, all’ora dell’Angelus. 

Lo spunto di riflessione di Papa Bergoglio parte dal Vangelo odierno: alcuni discepoli dopo aver visto un uomo a loro “sconosciuto” scacciare i demoni nel nome di Gesù, contrariati, riportano il fatto al Maestro. Ma Gesù, ha ricordato il Papa, non appare minimamente preoccupato: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”.

Il pensiero del Papa sul Vangelo odierno

Papa Francesco ha indicato nell’agire di Gesù il modello a cui tendere. Se il bene, il bello e il vero compiuti sono genuini non dobbiamo essere preoccupati chi sia colui che lo compie o da dove egli provenga. Nella risposta che dà ai discepoli Cristo si mostra “pienamente aperto alla libertà dello Spirito di Dio“, che, ricordiamo, come il vento “soffia dove vuoleoltre i confini o i nostri recinti.

L’atteggiamento dei discepoli nell’episodio del Vangelo odierno, è molto umano, e per questo Papa Francesco ha parlato del “timore della concorrenza” facile da verificarsi nelle “comunità cristiane di tutti i tempi“, anche in quelle odierne. Quel “perchè non è dei nostri“, ha detto Papa Bergoglio, fa cadere nell’autoreferenzialità, “radice del proselitismo“. Ma la Chiesa cresce per testimonianza evangelica suscitata dallo Spirito Santo e non per proselitismo.

Se restiamo fissi in ciò che conosciamo o in ciò che ci appartiene, diventa normale giudicare gli altri anziché noi stessi, i nostri difetti da ‘tagliare’, usando la stessa espressione di Gesù nel Vangelo, per non scandalizzare le persone deboli nella fede.

Con l’invocazione a Maria “modello di docile accoglienza delle sorprese di Dio“, affinché insegni a tutti ad amare la comunità senza gelosie e chiusure, restando aperti al vasto orizzonte dell’azione dello Spirito Santo, il Santo Padre ha concluso la riflessione domenicale.

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