Papa Francesco definisce "coraggioso" l’impegno assunto dai leader coreani

Al Regina Coeli, Papa Bergoglio accompagna "con la preghiera l’esito positivo del summit inter-coreano", ma non dimentica la Nigeria e affida a Dio la comunità perché ritrovi la concordia e la pace.

Papa Francesco definisce "coraggioso" l’impegno assunto dai leader coreani

Numerosi i fedeli che questa mattina in Piazza San Pietro hanno ascoltato Papa Francesco che al Regina Coeli è tornato sul tema della santità come carità e non ideologia, come coraggio di uscire da se stessi, dalle proprie comodità, dai propri spazi ristretti e protetti, per inoltrarsi nel mare aperto delle necessità degli altri testimoniando così, nel mondo, di essere cristiani. 

Non poteva mancare il pensiero di Papa Bergoglio sull’esito positivo del Summit inter-coreano dei giorni scorsi e l’impegno da lui definito “coraggioso” che i leader delle due parti si sono assunti per “realizzare un percorso di dialogo sincero per una penisola coreana libera dalle armi nucleari“. Il Papa ha pregato per un “futuro di pace e più fraterna amicizia” per questa popolazione e “perché la collaborazione possa proseguire portando frutti di bene per l’amato popolo coreano e per il mondo intero“. 

Il Papa ha ricordato la Nigeria, in particolare la comunità cristiana che la scorsa settimana ha perso 15 fedeli e 2 sacerdoti. Il Signore “aiuti questa comunità – avrebbe invocato il Papa – a ritrovare la concordia e la pace“. 

Durante l’incontro con i 30 mila fedeli in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha annunciato che il 1° maggio avvierà il mese mariano con un pellegrinaggio, nel pomeriggio, al santuario della Madonna del Divino Amore. Nella preghiera del Rosario verrà invocata la pace in Siria e nel mondo intero, e ha espresso che tutti i cristiani si uniscano spiritualmente alla sua preghiera durante tutto il mese per chiedere la pace.

In sintonia con il Vangelo del giorno, Papa Bergoglio ha esortato a rimanere in Gesù, vero “dinamismo della carità del credente“, poi ha spiegato: “Egli per noi è la vite dalla quale assorbiamo la linfa, cioè la vita per portare nella società un modo diverso di vivere e di spendersi, che mette al primo posto gli ultimi». Non possiamo fare nulla senza di Lui, ed Egli “è vivo, presente nella Chiesa e nel mondo“.

Ritornando all’esortazione Gaudete et Exsultate, il Papa ha ricordato che tutti sono “chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova“. Ogni attività, vissuta in unione a Cristo, con un atteggiamento di amore e di servizio, consente di “vivere in pienezza il Battesimo e la santità evangelica“.

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