Papa Francesco sabato scorso, 27 maggio, si è recato a Genova per la visita pastorale alla Città. Le misure di sicurezza adotatte hanno creato disagi a gran parte dei genovesi per i divieti di sosta, i controlli ecc. Ben presto però quello che sembrava un disagio è stato accettato molto volentieri, grazie al calore e alla partecipazione che Papa Francesco ha manifestato nella sua visita.
Papa Bergoglio ha fatto tappa all’Ilva, qui parlando dell’importanza che tutti abbiano un lavoro, ha letteralmente conquistato i lavoratori. Fermatosi al Santuario della Guardia, si è trovato di fronte a migliaia di giovani che hanno ascoltato con il sorriso l’invito ad “andare a missionare” e a non perdere mai la speranza per il futuro. Nella cattedrale di San Lorenzo ha incontrato i religiosi a cui ha fatto un discorso-monito. Prima di portarsi in piazzale Kennedy per la santa Messa si è fermato ad abbracciare i piccoli pazienti che sono ricoverati all’ospedale pediatrico Gaslini.
A proposito di bambini, un bimbo coraggioso ha aspettato sul ciglio della strada che Papa Francesco passasse proprio davanti a casa sua. Quando ha visto arrivare l’automobile, carico anche dell’emozione che nasce dall’attesa, gli ha allungato il braccio per donargli un giglio, smbolo di castità e di purezza, ma anche di sovranità reale.
Un bel riconoscimento per il Papa, che, notando il bambino con il braccio allungato, un po’ a sorpresa, ha chiesto all’autista di rallentare per riuscire a prendere il dono e non senza un sorriso.
Un quadretto di Papa Francesco fuori programma, ma ormai ci stiamo abituando a questi suoi “diversivi” rispetto alle programmazioni fatte a tavolino. Papa Francesco ci coglie di sorpresa perché fa gesti semplici, familiari, vicini.