Palermo: ginecologo fidato, da medico a violentatore

Noto ginecologo di Palermo per due volte violenta una giovane tunisina. La seconda violenza viene ripresa con il telefonino. Biagio Adile, 65 anni, è agli arresti domiciliari

Palermo: ginecologo fidato, da medico a violentatore

La polizia della Procura del tribunale di Palermo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un noto ginecologo, Biagio Adile accusato da una donna tunisina di violenza sessuale a partire dalla prima visita di dicembre 2016.

Biagio Adile, 65 anni è il direttore del reparto di Uroginecologia di Villa Sofia, a Palermo, la donna, 29 anni è un’immigrata tunisina con gravi problemi ginecologici. Proprio in Italia, a Palermo, dopo 13 interventi nel proprio Paese, sarebbe riuscita a trovare lo specialista che avrebbe saputo curarla, bastava fidarsi di lui. Si è trovata, invece, costretta a subire abusi sessuali, in particolare durante due visite del professor Adile.

Con una psicologa e un interprete accanto, la donna ha potuto raccontare il dramma vissuto: la prima violenza è avvenuta nello studio privato del professore, ancora a dicembre 2016, quando lo aveva contattato per cercare una soluzione ai suoi problemi ginecologici, convinta che questa fosse proprio la persona giusta per il suo caso. Sotto choc, subito, non ha avuto il coraggio di parlarne con nessuno.

Un secondo appuntamento, un’ecografia, gratuita, viene fissato dal ginecologo stesso presso un secondo ambulatorio dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, a Palermo qui lavora un amico del dottor Adile, nell’unità d’uroginecologia. La donna tunisina teme o intuisce che la violenza si sarebbe potuta ripetere, e decide di riprende la visita con il telefonino. Quindi si è confidata con un amico e subito dopo ha sporto denuncia.

Il video della violenza è chiaro e sufficiente a inchiodare il professionista. Il racconto della giovane tunisina, poi, ha completato il quadro. Biagio Adile, in passato candidato sindaco a Racalmuto, è stato arrestato. Il ginecologo ora è agli arresti domiciliari, l’ordinanza è stata firmata dal gip Maria Cristina Sala, dal sostituto procuratore Giorgia Righi e dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni. Le indagini sono condotte dalla polizia giudiziaria, che ora sta cercando di capire se altre donne sono state violentate durante le visite.

Come sempre in piazza le voci sono discordanti, così sulla piazza virtuale di Facebook c’è chi urla vergogna e chi è convinto si tratti di un errore che presto verrà chiarito.

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