Padova, farmaci senza fustella. Denunciati dai Nas 13 medici

I farmaci senza fustella arrivavano agli studi medici dai parenti di pazienti deceduti. I medici, verificata la correttezza di conservazione, ma andando contro la legge, li giravano ad altri pazienti.

Padova, farmaci senza fustella. Denunciati dai Nas 13 medici

Tredici medici di base sono stati denunciati dal Nucleo Anti Sofisticazioni perché, nei loro ambulatori, sono state trovate confezioni di medicinali senza fustella. L’acquisto delle medicine era stato fatto regolarmente in farmacia e con ricetta da o per pazienti poi deceduti. I familiari di questi ultimi, conoscendo il valore delle medicine e pensando che potevano essere utili ad altre persone (e solo i medici potevano dire a chi), le portavano negli ambulatori. I medici infatti, dopo aver verificato che erano state conservate in maniera corretta, le donavano ad altri pazienti, anche se la legge non lo permetteva.

La buona azione dei sanitari viola l’articolo 443 del codice penale che, come scrive Elena Livieri in “mattinopadova.gelocal.it”, “punisce con l’arresto da sei mesi a tre anni chi detenga per il commercio, ponga in commercio o somministri, medicinali guasti o imperfetti”.

Dopo le tredici denunce penali, il segretario generale regionale della Fimmg, Domenico Crisarà, ha deciso di scrivere una lettera ai colleghi, chiedendo loro la “bonifica” farmaceutica dei propri ambulatori, controllando anche le scadenze dei farmaci. Nella lettera poi sottolinea: “è indispensabile che non abbiate tra i vostri farmaci confezioni prive della fustella, ovvero già erogati dal Servizio sanitario regionale“.

Crisarà non esita a riconoscere le buone intenzioni dei colleghi, ma li mette in guardia, perché tale comportamento è sanzionato dalla legge, e ha fatto poi notare che le ispezioni dei Nas negli studi di Medicina generale sono aumentate. 

I pazienti che si ritrovano con farmaci senza fustella inutilizzati – afferma Crisarà – devono essere indirizzati al Servizio farmaceutico delle Usl, indicando indirizzo e gli orari di accettazione farmaci. La considerazione finale di Crisarà fa un po’ pensare: “Non ci dobbiamo stupire, se poi troviamo nella spazzatura scatole di medicine. Vi immaginate una persona, magari anziana, che parte per esempio da Montagnana per andare a Schiavonia per consegnare i farmaci in ospedale?”. Il Nas fa solo il suo lavoro, forse, fa intuire Crisarà, quelle che dovrebbero cambiare sono le leggi e i regolamenti che dovrebbero aiutare la “sostenibilità del Servizio sanitario nazionale“.

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