“La neve piace ai bambini, a chi è in settimana bianca, o al sicuro in una casa calda. A noi no. Noi non ne possiamo più”. Queste sono le parole del sindaco di Amatrice. Questa è la situazione nel comune di Amatrice, al secondo anno dal terremoto che l’ha rasa al suolo e forse nemmeno l’ultimo trascorso in emergenza abitativa.
Amatrice, ribattezzata come città degli italiani, si è svegliata sotto una copiosa nevicata che ha ricoperto ogni cosa, dalle macerie ai parchi, dai container ai tetti crollati, fino ai camper di chi ancora oggi aspetta (fiducioso delle istituzioni) in una soluzione migliore, dignitosa. E così, a due anni dal terremoto, sono ancora 64 le casette da consegnare. Ma il problema più grave riguarda quelle già consegnate, circa 466 ad oggi, molte delle quali presentano problematiche serie.
Le coibentazioni delle casette sono insufficienti nel vano caldaia. Questo ha provocato il congelamento dei tubi e, in molti casi, la conseguente spaccatura di quest’ultimi. Le temperature ad Amatrice sono molto rigide e per mercoledì è previsto un -15° con la massima a -6°. Oltre il danno anche la beffa. Basta provare ad immaginarsi di perdere la propria casa per poi rivedersela consegnata, spesso con ritardi e con fastidiosissimi malfunzionamenti.
Nei mesi scorsi sono state tantissime le segnalazioni da parte degli abitanti di Amatrice al centro operativo comunale e al sindaco stesso, Sergio Pirozzi. Come gli ultimi due inverni trascorsi, sono stati molti i guasti a cui si è dovuto intervenire.
“La rigidezza del clima invernale è ben nota e prevedibile. Il Comune ha da tempo sottolineato, sia durante numerosi incontri e colloqui avuti con gli Enti responsabili della realizzazione delle SAE, sia mediante note formali, i propri timori relativamente alla tenuta termica e fisica (delle casette) di fronte ai rigori invernali, sempre ottenendo rassicurazioni. I fatti cominciano però a dimostrare la fondatezza di quei timori, almeno relativamente ad alcune aree SAE”.
Una situazione paradossale a cui si spera si possa trovare una soluzione definitiva almeno prima del prossimo inverno.
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