Milano, operaio scala il tetto e minaccia di darsi fuoco: "Non ce la facciamo più"

Un operaio disperato è salito sul tetto della Marcegaglia minacciando di darsi fuoco: "Non ce la facciamo più, ci chiedono di non fare la guerra ma ci fanno morire di fame in silenzio".

Milano, operaio scala il tetto e minaccia di darsi fuoco: "Non ce la facciamo più"

Un operaio disperato è finito sulle prime pagine delle cronache lombarde per il suo gesto estremo: arrampicarsi sul tetto dello stabilimento della Marcegaglia Buildtech di via Giovanni della Casa (Milano) con una tanica di benzina, minacciando di darsi fuoco.

E’ successo questo pomeriggio, ed è soltanto l’ultimo sintomo di un disagio profondo e straziante iniziato con la proposta di ricollocazione coatta degli operai. “Non ce ne andremo senza che alle nostre vite venga restituita la dignità” è il messaggio diffuso con risolutezza dai sette lavoratori dello stabilimento ancora in attesa di risposta da parte dell’azienda.

Ci hanno chiesto di abbassare le sciabole, ma noi non ce la facciamo più“. L’occupazione dello stabile – passata alle cronache con l’appellativo giornalistico di “sciopero degli autoconvocati Marcegaglia” – ha coinvolto cinque dei sette lavoratori “condannati” al trasferimento a Pozzolo Formigaro, ad oltre 100 chilometri da casa.

I vertici dell’azienda infatti non hanno mai considerato l’ipotesi di concedere loro il trasferimento presso uno stabilimento più vicino, sebbene ve ne siano. E l’operaio che quest’oggi ha minacciato di darsi fuoco è il culmine di un tira e molla che dura oramai da diversi giorni.

Ci saremmo aspettati un’apertura vera da parte dell’azienda” avevano affermato i lavoratori all’inizio dell’occupazione. E invece: “Nonostante le ripetute richieste della Prefettura a venirci incontro, ha chiuso su tutti i fronti e insiste a spedirci a centocinquanta chilometri dalle rispettive abitazioni. Con i nostri mezzi“.

Ciò significa che dovremmo spendere il nostro intero stipendio per andare a lavorare“. Un paradosso intollerabile, sfociato in un faccia a faccia con i vertici aziendali i quali, dal canto loro, hanno già dimostrato a più riprese di non avere alcuna intenzione di assecondare le richieste di semplici operai.

Ci sono altri siti produttivi più accessibili a questi operai, come Lainate o Corsico, Boltiere o Lomagna. Il rifiuto di questa ipotesi da parte di Marcegaglia mira ad umiliare le loro rivendicazioni, per ‘dare loro una lezione’ e piegare la lotta e le istanze dei lavoratori” aveva dichiarato il segretario generale di FIOM CGIL Lombardia Mirco Rota.

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