Milano: arrivano le multe per i tassisti che guidano in bermuda

Sono già una ventina le multe comminate ai tassisti milanesi sorpresi alla guida in bermuda. Questo tipo di abbigliamento è infatti contrario al regolamento regionale. Ovviamente, un simile provvedimento non poteva che innescare una lunga serie di polemiche.

Milano: arrivano le multe per i tassisti che guidano in bermuda

Per i tassisti milanesi è di fatto vietato guidare in bermuda. A proibirlo espressamente è un regolamento approvato dalla regione Lombardia. Come si può evincere leggendo la norma, “è obbligatorio avere un abbigliamento decoroso e comunque confacente al pubblico servizio prestato”.  Non solo: è poi previsto in maniera specifica il divieto “ai conducenti di autoveicoli in servizio di indossare canottiere, pantaloni corti, ciabatte o tute da ginnastica”.

Se il provvedimento del legislatore regionale può avere una sua più che valida giustificazione legata al decoro richiesto nell’esercizio di un servizio di pubblica utilità, le polemiche non possono che innescarsi soprattutto ora che la città è attanagliata da una lunga serie di giorni particolarmente afosi.

Ma, a prescindere dall’afa, i vigili non vanno certo in giro armati di termometro. Ad oggi, alla ventina di trasgressori, le autorità hanno già comminato delle multe piuttosto salate. La contravvenzione per questo tipo di infrazione è pari a 110 euro, a cui si aggiunge un richiamo formale che finisce in commissione disciplinare. In altre parole, per i recidivi c’è il rischio di vedersi sospendere temporaneamente la licenza.

Sul punto, i tassisti non hanno tutti la stessa opinione. Non a caso il regolamento era stato approvato solo da alcune sigle sindacali. “Noi ci eravamo opposti su questo punto” – ha dichiarato Marco Marani della Cgil – “anche perché si tratta di una questione di buon senso. Per molti prendere una corsa significa anche aspettare un cliente per oltre un’ora, sotto il sole, senza avere la possibilità di lasciare il motore acceso e l’aria condizionata, cosa che è giustamente vietata dalla legge”.

Tra coloro che invece si schierano a favore della norma, troviamo tutti quelli che vedono in Milano la città della moda. Lasciare tutto senza vincoli sarebbe un errore che causerebbe un fastidioso danno di immagine. Senza arrivare alla divisa voluta durante il mandato della Moratti, c’è chi fa presente che un minimo di decoro deve comunque essere garantito. Da qui, le polemiche continuano a dividere la categoria che, volente o nolente, deve continuare a guidare sotto il sole agostano rispettando alla lettera il regolamento.

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