Milano, afgano condannato: picchiava la figlia di un anno perchè femmina

Un afgano di 30 anni è stato condannato dal gup di Milano perchè picchiava la figlioletta di un anno in quanto femmina. Picchiava anche con calci e pugni la moglie.

Milano, afgano condannato: picchiava la figlia di un anno perchè femmina

Il gup di Milano Guido Salvini ha condannato a tre anni e 8 mesi di reclusione un afgano di 30 anni accusato di maltrattamenti, lesioni nei confronti della figlia di soli 12 mesi e anche di violenza sessuale nei confronti della moglie.

L’uomo schiaffeggiava di sovente la figlia di poco più di un anno perché era di «sesso femminile e non maschile» come lui avrebbe voluto. Inoltre, sottoponeva la moglie, che aveva sposato quando lei aveva solo 15 anni in Pakistan, a una lunga serie di violenze colpendola con calci e pugni, e con una cinghia, stuprandola ripetutamente. La donna e la figlia ora si trovano in una comunità protetta e sono finalmente libere dall’incubo in cui si trovavano.

La condanna

L’uomo è stato tratto il arresto lo scorso agosto perchè tra marzo e giugno scorso avrebbe sottoposto moglie e figlie a ripetute violenze fisiche e psicologiche. Nello specifico, a partire dal 5 marzo, l’uomo schiaffeggiva violentemente la figlioletta in quanto femmina e non maschio come lui avrebbe desiderato.

Più volte aveva anche minacciato la moglie di ucciderla se avesse rivelato tutto alla polizia. Picchiava spesso anche la moglie di fronte alla figlia minore, percuotendola con calci e pugni, con il cavo del carica batteria e con una cinghia di una borsetta, e più volte le imponeva di non alzare lo “sguardo da terra“. 

Imputato anche per lesioni in quanto in un’occasione aveva accoltellato la donna alla gamba destra, dicendole semplicemente che gli andava di farlo. Condannato anche per l’imputazione di sequestro di persona poiché in più occasioni aveva chiuso a chiave la moglie impedendole di uscire di casa. Infine gli è stata contestata anche la violenza sessuale perché in tre occasioni l’ha costretta a subire abusi. 

L’uomo ha scelto il rito abbreviato quindi ha ottenuto uno sconto di un terzo della pena e condannato al risarcimento  dei danni alla moglie, parte civile anche per la figlia.

 

 

 

Continua a leggere su Fidelity News