Milano, affissi manifesti con il volto della Madonna tumefatto dalle botte

In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a Milano, sono spuntati dei manifesti che riprendono la Madonna con il volto gonfio d botte.

Milano, affissi manifesti con il volto della Madonna tumefatto dalle botte

La Madonna, madre di Gesù Bambino, ripresa con un occhio nero e il naso sanguinante. È questa l’immagine scioccante apparsa oggi su manifesti affissi a Milano, il giorno dopo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, e che ritrae la Vergine Maria come anch’essa vittima della violenza degli uomini.

La rappresentazione del volto della Madonna tumefatto è stata poi completata dallo slogan: “Non pregare, agisci: è ora di smettere di perdonare”. L’autore intendeva forse dire che una donna dovrebbe trovare il coraggio di abbandonare l’uomo violento e di denunciarlo anziché sottostare, per ragioni sentimentali e spesso economiche, ai soprusi del marito o del fidanzato facinoroso. 

L’autore del manifesto si fa chiamare “aleXsandro Palombo”, ed è noto per i suoi messaggi di forte impatto emotivo pubblicati già in passato come strumento di provocazione e di sensibilizzazione. Come quando, nel febbraio di quest’anno (in piena vicenda Weinstein), aveva immortalato l’attrice Catherine Deneuve con il volto gonfio di botte. Anche in quel caso, si trattava di una campagna contro la violenza sulle donne.

Questa volta, ad essere ritratta dopo un pestaggio è stata addirittura la Madonna, una che ha perdonato anche gli assassini di suo Figlio: “Assistiamo ad una mattanza quotidiana, donne che subiscono ogni tipo di violenza o uccise dai propri compagni – scrive Palombo su Instagram – È chiaro che ci troviamo davanti a un problema sociale che non trova via di uscita per colpa di leggi inefficaci e mancanza di pene severe.

L’artista si riferisce a tutte le volte che una donna ha denunciato un uomo violento senza ottenere risultati apprezzabili. Dato che la legge sembra abbastanza indulgente con chi, all’interno delle mura domestiche, si comporta da padre-padrone. Arrogandosi il diritto di decidere sulla vita e sulla morte di una donna, secondo un retaggio culturale che in Italia è difficile da debellare. 

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