Matteo muore a 28 anni precipitando dal monte Cervino

Aveva appena finito di dire all'amico che si sentiva stanco e non ce la faceva più a proseguire quando qualche secondo dopo precipita dal Cervino e muore.

Matteo muore a 28 anni precipitando dal monte Cervino

Una storia che ha dell’incredibile, nel senso negativo del termine. Matteo Pes, 28 anni, precipita dal Cervino. Pochi secondi prima aveva detto all’amico che si sentiva molto stanco per proseguire. L’amico non ha potuto fare altro che vedere Matteo precipitare nel vuoto. Erano quasi arrivati in cima alla montagna, a pochi metri da un tratto dove avrebbe potuto riposarsi prima di riprendere il cammino.

E’ morto purtroppo senza realizzare il suo sogno, ossia scalare il Cervino ed arrivare fino in cima. Pare che il ragazzo sia precipitato per 300 metri in parte in verticale ed in parte sbattendo tra gli speroni di roccia del monte. Un’avventura a cui Matteo aveva dedicato parecchi mesi di preparazione con il suo amico di tante altre scalate, Francesco Sardelli.

Francesco racconta che, arrivato in cima al canalone Cheminée, si è voltato per vedere dove fosse Matteo e lo ha visto precipitare improvvisamente senza che lui avesse potuto fare qualcosa per salvarlo. Arrivato a 3835 metri di quota presso la Capanna Carrel, ha allertato i soccorsi, ma era ormai troppo tardi per sperare di trovare vivo il compagno. Lui è stato salvato dal soccorso alpino della Valle d’Aosta, mentre il corpo di Matteo è caduto in territorio svizzero. Infatti, subito dopo, il corpo è stato trasportato in Svizzera dove i genitori si recheranno per l’identificazione del cadavere. 

Probabilmente, la salma rientrerà domani ad Arezzo, la città dove il ragazzo viveva. Era molto conosciuto e benvoluto da tutti. Studiava ma al contempo lavorava. Collaborava già col dipartimento di storia dell’Università di Firenze. Amava molto gli sport all’aperto, specialmente gli sport estremi, infatti oltre alla scalata faceva paracadutismo. 

Di recente, sul suo profilo Facebook, aveva scritto: “In montagna non si bara“.  Si era arrampicato tante volte, e sapeva che nonostante “non possiamo dirigere il vento ma possiamo orientare le vele“. Questa volta, proprio il vento lo ha tradito.

Continua a leggere su Fidelity News