Mantova, parla la mamma del ragazzino morto nell’incendio: "Non mi hanno aiutato"

Varie denunce ai carabinieri e segnalazioni dall'ospedale non sono bastate ad evitare la tragedia familiare nella villetta di Sabbioneta a Mantova. L'uomo ora si trova in psichiatria.

Mantova, parla la mamma del ragazzino morto nell’incendio: "Non mi hanno aiutato"

Vi brucio tutto, vi brucio tutto, con voi dentro”, ripeteva Gianfranco Zani alla sua famiglia. Lo ha raccontato Silvia, la madre di Marco, l’11enne morto nell’incendio un paio di giorni fa. La violenza annunciata da tempo in pochi istanti si è trasformata in una crudele realtà: “Ho fatto di tutto per difenderli, ma non è bastato. Non mi hanno aiutato“, ripete la donna sconvolta dal dolore.

L’uomo è accusato di omicidio aggravato e incendio e da ieri è stato trasferito in Psichiatria temendo gesti autolesionistici.

Il racconto della mamma di Marco

Silvia, 39 anni, non ce la faceva più a sopportare il marito Gianfranco Zani, 52 anni, spesso aggressivo e violento verso di lei e dei loro tre figli.  Una settimana fa aveva deciso di chiedere la separazione. Potrebbe essere stata questa la causa che ha fatto scatatre nell’uomo una reazione tale da mettere in atto la minaccia tante volte annunciata: appiccicare il fuoco alla villetta di famiglia, in via Tasso a Sabbioneta, Mantova.
L’incendio ha causato la morte per asfissia di Marco, il secondogenito, mentre i due figli di 17 e 4 anni, si trovano con la mamma nel reparto di Pediatria all’ospedale di Casalmaggiore.

La donna racconta gli attimi della tragedia: “Al rientro a casa ho incrociato la sua auto, è tornato indietro e mi ha speronato”. Corsa a casa ha visto il fumo uscire dalle finestre e ha cercato inutilmente di entrare: “Ha appiccato il fuoco nella stanza dove dormivo io“, racconta disperata la donna.

Precedenti

Questa è stata l’ultima delle violenze iniziate a giugno. I carabinieri avevano raccolto delle denunce e anche l’ospedale aveva segnalato il caso quando il figlio maggiore si era rivolto alla struttura per chiedere delle medicazioni. Il 9 novembre, Zani aveva inveito in casa mostrandosi aggressivo contro tutta la famiglia. Un filmino di Silvia riuscì a convincere la procura di Mantova di non lasciar cadere il caso.

Il gip decise di obbligare l’uomo a non avvicinarsi alla villetta, pensando che questo potesse essere sufficiente. La donna non si sentiva ancora tranquilla e il 14 novembre ha chiesto che venissero sostituite le serrature del cancello e della porta, ma nessuno si è pronunciato. 

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