Linee guida per la riforma dell’Ordine dei Giornalisti: cambia l’accesso e il nome in “Ordine del Giornalismo”

Approvate su larga maggioranza dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Le nuove linee guida per l'accesso all'Albo prevedono: oltre allo svolgimento di un'attività giornalistica, una laurea di primo livello e l'iscrizione ad un ente previdenziale.

Linee guida per la riforma dell’Ordine dei Giornalisti: cambia l’accesso e il nome in “Ordine del Giornalismo”

Mentre il governo discute sull’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e sui possibili tagli di finanziamento all’editoria, il Consiglio dell’Ordine presieduto da Carlo Verna, ha presentato al Dipartimento per l’Editoria una proposta di riforma necessaria su un’istituzione fondata 55 anni fa, nel 1969, con la legge n.69.

La proposta di modifica riguarderà le nuove modalità di accesso alla professione giornalistica. Oltre alla laurea, si dovrà frequentare un corso universitario di un anno e per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti, un percorso biennale maggiormente documentato per verificare che l’attività sia svolta rispettando il principio di esclusività professionale, e che non ci sia conflitto di interesse.

Una regolamentazione del settore degli uffici stampa con l’istituzione di un registro. Ciascun Consiglio regionale dell’Ordine dovrà istituire un registro degli Uffici Stampa pubblici e privati in cui operano solo giornalisti regolarmente iscritti all’Albo. E poi il cambio del nome in Ordine del Giornalismo, affinché sia chiara la funzione a garantire il diritto dei cittadini a essere informati nel rispetto dell’Art.21 della Costituzione.

In particolare, per i professionisti, non ci sarà più l’obbligo del praticantato presso una testata, ma si prospetta l’iscrizione all’albo dopo aver conseguito una laurea triennale e aver frequentato un corso annuale. Invece, per i pubblicisti il percorso biennale, che può avere inizio previa presentazione di una certificazione del direttore responsabile e l’iscrizione a un ente previdenziale, dovrà essere verificato ogni sei mesi, con la documentazione dei pagamenti ricevuti e il riscontro dei corsi di formazione organizzati dall’Odg.

Ancora niente di sicuro sui tempi di applicazione della nuova riforma, in quanto, prima si dovrà trasformare in proposta di legge e poi presentarla in Parlamento per l’approvazione. Non appena sarà approvata, il Consiglio nazionale si riserva la possibilità di valutare gli effetti dei cambiamenti in due anni di regime transitorio. E non si esclude pure la possibilità in futuro di istituire un unico elenco per pubblicisti e professionisti.

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