L’Aquila: Fassina, il PD, il Governo, L’UE e lo spregio della sofferenza

Paolo Barnard interviene alla Festa Democratica dell'Aquila, sottolineando che finanziare la riscostruzione si deve e si può, Europa o non Europa.

L’Aquila: Fassina, il PD, il Governo, L’UE e lo spregio della sofferenza

Finanziare la ricostruzione dell’Aquila, senza se, senza ma, senza tentennamenti, ad un cittadino potrebbe sembrare una ovvietà, una automatica e fisiologica reazione alla distruzione di una comunità da parte di un Paese civile, o da parte di una Unione di Paesi civili. Non è così se siete dei politici irrazionalmente ingabbiati nel “sogno” europeo, nell’eurismo ad alto tasso di austerità, nella obbedienza cieca ed assoluta ad una Unione Europea che, dal punto di vista economico, si sta rivelando tutto meno che un consorzio solidale di popoli.

Certo, sognare è più facile quando si ha un lauto stipendio, una casa, una famiglia mantenuta a dovere e una carriera istituzionale da tutelare con l’asservimento ai diktat del partito e/o della Troika.

Paolo Barnard è un giornalista che non ha di questi problemi: non è ricco, ha perso tantissimo in passato a causa della sua onestà e della sua integrità, da tempo sta portando avanti una battaglia per la democrazia e una economia al servizio dei cittadini/lavoratori.

E all’Aquila, l’altro giorno, non le manda a dire al vice ministro dell’Economia, Stefano Fassina (Mr “se non si svaluta la moneta si svaluta il lavoro”), l’euro deputato Sassoli e altri esponenti di area Pd.

Secondo Barnard, bisogna avere il coraggio di fare delle scelte a favore degli italiani, anche in contrapposizione all’Unione Europea e alla Germania.

La Francia lo ha fatto, la Germania lo ha fatto e perché non dovrebbe farlo l’Italia? La politica economica europea sta distruggendo i popoli del Sud, perché assecondarla? Ci darà una risposta la storia: nel frattempo che dall’Europa della fratellanza e dei diritti arrivino dei rifiuti a contribuire alla ricostruzione di una città e di una regione colpita da un terremoto, è cosa da lasciar senza parole. Non Paolo Barnard, per fortuna.

Solidarietà con la città dell’Aquila.

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