Irreperibile dopo la condanna: arrestato a Milano il trapper Niko Pandetta

L'operazione è stata eseguita dalla Squadra Mobile meneghina nella mattinata del 19 ottobre, il nipote del presunto boss Turi Cappello deve scontare 4 anni di reclusione per spaccio di droga ed evasione.

Irreperibile dopo la condanna: arrestato a Milano il trapper Niko Pandetta

Cantava “maresciallo non ci prendi” in una sua canzone, “Pistole nella Fendi”, e invece per il trapper Niko Pandetta (nome di battesimo Vincenzo) è finita decisamente male. Anzi, malissimo. Nella mattinata del 19 ottobre l’artista, nipote del presunto boss della “Stidda” Salvatore detto “Turi” Cappello, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Milano. Nelle scorse settimane il cantante era stato condannato a 4 anni di reclusione per spaccio di droga dalla Cassazione. I giudici avevano respinto il ricorso presentato dai suoi legali.

Avendo appreso della condanna, il trapper aveva scritto alcuni post sui suoi profili social, dove informava i fan circa la sua situazione. “Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica. Uscirò e mi vedrete più forte di prima” – così aveva scritto il Pandetta sui suoi profili social. “Sono cambiato ma pagherò il mio passato finché ci sarà da pagarlo. Non fuggo più né dalla polizia né dalle mie responsabilità” – queste sono state le sue parole 5 giorni addietro. 

L’arresto del trapper e le accuse

Nonostante questo il Pandetta, secondo quanto riferisce l’Autorità Giudiziaria, si era dato irreperibile. Nella mattinata del 19 ottobre il trapper è stato trovato dalla Squadra Mobile di Milano in località Quarto Oggiaro. Al momento dell’arresto, secondo quanto riferisce TgCom24, Pandetta aveva in tasca 12mila euro

In questi giorni il trapper avrebbe dormito in una stanza affittata dal suo manager, un 33enne di origini albanesi, la cui posizione, assieme a quella di un’altra persona, un 38enne, è adesso al vaglio degli inquirenti. Non si esclude che ad entrambi possa essergli ontestata la “procurata inosservanza di pena” essendo il rapper consapevole di essere latitante.

Il 38enne che si trovava con il cantante aveva precedenti per falso. Niko Pandetta è originario della Sicilia, precisamente di Catania, ma viveva a Milano. “Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro” – così aveva detto Pandetta durante un’intervista a “Realiti” condotto da Leonardo Zappalà nel 2019 parlando dei giudici Falcone e Borsellino, simbolo della lotta alla mafia. A Natale del 2019 durante un’esibizione davanti a un locale di Fisciano (Napoli) aveva dedicato una strofa ai boss condannati al carcere duro. “La dedica a tutti quelli che stanno al 41bis con la speranza che presto possano tornare alla loro libertà e alle loro famiglie, facciamo un applauso forte” – queste erano state le sue parole che suscitarono molta indignazione. 

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