Gela: il cold case di Rosaria Palmieri risolto dopo 30 anni

Grazie ad un figlio che non si è arreso alla misteriosa sparizione della madre, e ad alcune frasi scappate di bocca alla nonna materna, sono state aperte le indagini su un caso, mai denunciato, del 1987.

Gela: il cold case di Rosaria Palmieri risolto dopo 30 anni

Nell’aprile del 1987, Liborio Scudera era un bambino di 6 anni; un giorno suo padre, Vincenzo Scudera, gli disse che la madre, Rosaria Palmieri, se n’era andata con un altro uomo. Dopo pochi giorni i due si trasferirono a Pesaro ed il posto della giovane Rosaria, allora ventiduenne, fu preso da una sua cugina che, nel 1988, rese Scudera padre per la seconda volta.

Agli amici ed ai parenti, che gli chiedevano notizie di Rosaria, Vincenzo Scudera raccontò di avere sporto denuncia di scomparsa ma di essere sicuro che la moglie si fosse allontanata con un altro uomo di cui, però, non seppe dire nulla; nel 1991 Vincenzo Scudera ottenne anche il divorzio in contumacia, ottenendo che a Rosaria fosse addebitata la separazione con colpa in quanto rea di avere abbandonato il tetto coniugale.

Il tempo passa e Liborio diviene un uomo; Pesaro è ormai diventata la sua città, ha messo su una piccola impresa edile ed ha una relazione con Elisa Parini, una giovane avvocatessa. Qualche anno fa Liborio si reca in Sicilia e da alcune frasi della nonna materna capisce che la storia potrebbe essere diversa da quella che gli ha sempre raccontato il padre.

L’anziana donna dice che Rosaria aveva scoperto della relazione tra il marito e la cugina: aveva trovato nelle tasche di Vincenzo una collana che, qualche giorno dopo, vide al collo della cugina. Racconta di come la scomparsa della giovane figlia avvenne subito dopo questa scoperta facendo sorgere, nella mente di Liberio, quegli interrogativi che nessun figlio vorrebbe porsi: era stato il padre a far sparire la madre, così da potersi creare una nuova vita con l’altra donna?

Liberio torna a Pesaro e confida le sue paure ad Elisa. che, nel gennaio del 2013, invia una mail ai Carabinieri di Roma in cui spiega la vicenda e dice che lei e Liberio si stanno attivando per richiedere l’attestazione di presunta morte. Da questa mail parte l’indagine.

A condurre le indagini, a Gela, sono il maggiore Valerio Marra ed il procuratore Lucia Lotti. I due scoprono che Scudera non aveva mai denunciato la scomparsa della moglie; interrogano la madre di Rosaria ed atri parenti e scoprono che la famiglia della donna era certa che Rosaria fosse stata uccisa, e il suo corpo occultato, da Vincenzo, ma che non avevano mai denunciato l’uomo un pò per rassegnazione ed un pò per sfiducia nelle forze dell’ ordine.

A confermare le dichiarazioni dei familiari di Rosaria sono stati i pentiti Carmelo Riggio, Orazio Marcello Sultano, Liborio Trainito e Rosario Trubia che, ai tempi, frequentavano Vincenzo Scudera.

Vincenzo Scudera è stato arrestato il 14 luglio del 2014 dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e lo scorso 2 febbraio è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’ Assise di Caltanissetta. L’uomo si è sempre dichiarato innocente, continuando a sostenere l’allontanamento volontario della moglie. il cui corpo non è mai stato ritrovato.

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