Firenze, scoperti centri-lager per gli immigrati. Quattro arresti

Operazione di carabinieri a Lastra a Signa, in provincia di Firenze. Indagati titolari e dirigenti di società e coop; due ai domiciliari. E al telefono c'era chi rideva: "Quanti ne hai messi?", "Ingegnere, pensi a un numero: di più".

Firenze, scoperti centri-lager per gli immigrati. Quattro arresti

Rideva e si coccolava nella beatitudine Ottorino Stantetti, amministratore della Eurotravel, parlando con un ingegnere che gli chiedeva quanti migranti in più rispetto al dovuto avesse piazzato in una delle sette strutture di prima accoglienza a Lastra Signa, Comune in provincia di Firenze. Rideva e si beatificava pensando ai profitti illeciti che ne derivavano.

Sette centri adibiti all’accoglienza dei migranti dove il sovraffollamento era la regola aurea per succhiare quanti più soldi possibili dai seni di “mamma” Stato. Centri sovraffollati fino all’inverosimile, nessuno a norma di legge e caratterizzati da cibo avariato o scaduto, bagni lerci e mai disinfettati, ospiti obbligati a fare le pulizie dietro le minacce.

L’inchiesta

Un girone dantesco scoperto dalla procura di Firenze che ha arrestato 4 persone tra titolari e dirigenti di società e cooperative che nel 2014 si erano aggiudicate i bandi della prefettura per l’accoglienza dei migranti. Si tratta di Ottorino Stantetti e del figlio Davide, di Matteo Conti e Lorenzo Terzani, per i quali è scattata l’interdizione da tutti gli incarichi societari.

L’inchiesta era partita nel 2014 dopo che alcuni migranti avevano denunciato ai carabinieri le pessime condizioni in cui vivevano. In quelle denunce c’era di tutto: pochet money mai elargiti, cibo, spesso avariato, consegnato una volta al giorno o addirittura una volta alla settimana, cambio delle lenzuola e delle coperte effettuate solo una volta ogni tre mesi.

Non solo. Ma i locali non erano mai disinfestati e i migranti erano costretti a fare personalmente le pulizie dietro la minaccia di essere trasferiti in altri centri più lontani. Pulizie che potevano fare solo con l’acqua, dato che gli scrupolosi titolari delle strutture ospitanti non si preoccupavano nemmeno di comprare detersivi e igienizzanti.

I militari dell’Arma si sono concentrati su quelle strutture truffa e hanno scoperto l’inverosimile. Immobili dove alloggiavano fino a 30 migranti nonostante una disponibilità massima di 12. Altri che ne ospitava 24 sebbene i posti letto fossero solo 9. E poi un altro che era da considerarsi abusivo perché adibito solo a circolo ricreativo e quindi non regolare per una civile abitazione.

Poi c’era la truffa dei pocket money, i soldi che dovevano finire ai migranti e che invece ingrassavano le tasche dei ladroni. Molti degli ospiti dicono di non averli mai ricevuti. Compresi i 15 euro per le ricariche telefoniche che, anziché sui cellulari dei profughi, finivano direttamente nelle tasche dei titolari dei centri-lager.

I gestori erano abili a coprire queste irregolarità. A raccontarlo è uno dei migranti ospiti del centro agli investigatori: “Prima che arrivasse l’ispezione arrivava una persona che toglieva un letto per camera e mandava via una persona per ogni stanza, sistemavano tutta la casa in modo da fare apparire che noi stiamo bene. Ai soggetti che vengono allontanati dicono di allontanarsi per qualche ora”. Poi, passati i controlli, li facevano rientrare.

Una colossale truffa, quindi, escogitata da lestofanti che lucravano sulla pelle dei disperati. Personaggi senza remore morali che avevano trasformato l’accoglienza in una miniera d’oro per impinguare il proprio conto in banca in maniera facile e con pochi rischi. Un business a sei zeri che già in passato aveva spinto Salvatore Buzzi, re delle cooperative rosse, a dire che i migranti rendono più della droga.

Continua a leggere su Fidelity News