Fake Jobs: indagine per truffa con voucher INPS, centinaia le vittime

I buoni lavoro venivano comprati tramite carte di credito e conti online attraverso una sofisticata e complessa rete di phishing. Centinaia, al momento, le vittime e dodici persone denunciate.

Fake Jobs: indagine per truffa con voucher INPS, centinaia le vittime

Una rete di phishing altro non è che una tipologia di truffa realizzata sulla rete Internet attraverso l’inganno degli utenti. Il mezzo con il quale concretizza nella maggior parte dei casi è l’invio di messaggi di posta elettronica ingannevoli, provenienti di solito, da indirizzi dii istituti importanti e affidabili.

In sostanza il messaggio invita, aducendo problemi nella registrazione del servizio o per la perdita di dati come password ecc., a fornire i propri dati di accesso al servizio stesso. Altra cosa che è quasi sempre presente per rendere l’utente fiducioso e ingannarlo, è un collegamento (link) attraverso il quale viene garantito un falso collegamento con l’istituto di credito o al servizio a cui si è registrati.

Qui scatta la truffa, perchè il sito al quale si viene indirizzati è stato graficamente concepito identico all’originale. Una volta che l’utente inserisce i propri dati di accesso, questi verranno immediatamente immagazzinati da un database che li metterà a disposizione dei criminali.

Questo è, più o meno, quello che è avvenuto nella truffa dei voucher INPS, rinominata “Fake Jobs”, che ha portato alla luce un giro d’affari di 1,5 milioni di euro. La Polizia postale e la Guardia di Finanza sono riuscite a sgominare una banda criminale che si era specializzata nell’acquisto di voucher INPS, tramite l’utilizzo di carte di pagamento e conti correnti online intestati alle ignare vittime che risultano essere al momento un centinaio.

I malfattori dopo essere venuti in possesso dei dati finanziari, trasferivano le somme su portafogli elettronici intestati a fantomatici “datori di lavoro” creati sulla piattaforma dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale e utilizzati come conti correnti. Tali somme venivano poi ridistribuite su carte Paypal intestate a “prestatori d’opera occasionali” tutti regolarmente registrati presso l’INPS.

Tramite questo giochino ben architettato, ma non in maniera perfetta, i truffatori hanno colpito centinaia di vittime in tutta Italia, arrivando ad accumulare un milione e mezzo di euro.

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