Clamoroso furto di gioielli indiani alla mostra di Palazzo Ducale, a Venezia

Nelle scorse ore, a Venezia, è avvenuto un clamosoro furto di gioielli indiani in mostra a Palazzo Ducale: i preziosi, appartenti al cugino dello sceicco quatariota, varrebbero decine di migliaia di euro, e sarebbero stati rubati a mostra in corso.

Clamoroso furto di gioielli indiani alla mostra di Palazzo Ducale, a Venezia

Chi è cresciuto con le avventure di Lupin III, il manga-anime disegnato dall’artista giapponese Monkey Punch sulla base delle avventure del ladro gentiluomo Arsène Lupin, ricorderà che, al varo di un’importante mostra d’arte, immancabile arrivava la sfida del simpatico ladro, pronto a rubare i preziosi del caso in barba alle misure di sicurezza del buon Ispettore Zenigada. Ecco, qualcosa di molto simile è accaduto questa mattina, nella realtà, a Venezia, ove alcuni preziosi gioielli indiani sono stati sottratti proprio nel mentre era in corso un’attesissima mostra.

Il furto è avvenuto in uno dei luoghi simbolo di Venezia, Palazzo Ducale, nelle cui sale – precisamente in quella dello Scrutinio – è allestita la mostra “Tesori dei Moghul e dei Maharaja”: quest’ultima – dopo la tappa parigina – raccoglie, per la prima volta nello Stivale, 270 preziosi manufatti dell’arte orafa di ispirazione e tradizione indiana, appartenenti alla collezione di quell’Hamad bin Abdullah Al Thani noto per essere nientepopodimeno che il cugino dello sceicco del Quatar.

Secondo le prime ricostruzioni, il furto è avvenuto verso le 10 di mattina, quando è scattato l’allarme e, sul posto, sono accorsi carabinieri e polizia: al momento, circondato Palazzo Ducale, i visitatori sono chiusi al loro interno, con le indagini in corso. Ad essere stati rubati pare siano alcuni pezzi minori della collezione, sostanziati in un paio di orecchini ed in una spilla in oro, il cui valore complessivo si aggirerebbe sui 30 mila euro.

Il questore Vito Gagliardi è intervenuto spiegando che le indagini, affidate alla squadra mobile, sono già in corso e che, per l’occasione, sono stati interpellati degli esperti della polizia di Roma, per capire le dinamiche del furto: in particolare, attestato che l’intervento dei sorveglianti è stato tardivo per la moltitudine di sale da esplorare e per la gran folla intervenuta all’evento, vi è da capire come mai l’allarme non sia scattato subito, e sia stato possibile aprire la teca contenente i gioielli come fosse stata una scatoletta di sardine.

Per identificare con certezza i gioielli, e quantificarne il valore, sono già state fornite, dai curatori londinesi, le foto relative al bottino sottratto

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