Chieti, martoriato dai genitori il sogno di vivere all’occidentale

Picchia anche con un mattarello la giovane 17enne che non poteva uscire con gli amici perché i genitori non volevano che vivesse all'occidentale. Lei si ribella.

Chieti, martoriato dai genitori il sogno di vivere all’occidentale

Dopo minacce continue da parte dei genitori, una 17enne di Chieti si sfoga in classe, e subito scattano le indagini della polizia. La minorenne viene allontanata da casa, dalla famiglia seguace dell’islam, e portata in un luogo sicuro. I suoi genitori ora sono sotto inchiesta.

La ragazza era stanca di sopportare quanto accadeva in famiglia, e un giorno si è confidata con un’amica e compagna: in particolare, ha raccontato episodi di violenza fisica e psicologica a cui era sottoposta. Dall’amica il racconto è passato a una professoressa che non ha esitato a informare la presidenza, che a sua volta ha segnalato il caso alla squadra mobile di Chieti. A dire che la collaborazione tra istituzioni è possibile ed efficace. 

Dai primi accertamenti degli investigatori, è risultato che i due genitori quarantenni, fedeli dell’Islam, non vedevano di buon grado che la figlia vivesse all’occidentale. I divieti imposti alla giovane non avevano mai, a parole, un riferimento esplicito alla religione, ma la 17enne intravvede nei divieti la cultura familiare. La giovane testimonia che i genitori non le permettevano di uscire con amici e amiche fuori dell’orario scolastico. Se li contraddiceva, o se non obbediva, anche per le sole faccende di casa, per lei erano botte: qualche volta, usavano su di lei il mattarello. Il fratello invece, adolescente come lei, poteva entrare e uscire quando voleva.

In soccorso alla ragazza, che più volte ha espresso la volontà di lasciare la famiglia, viste anche le indagini della polizia, è stato applicato l’articolo 403 del codice civile: “Quando il minore si trova in una condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica la pubblica autorità, a mezzo degli organi di protezione dell’infanzia, lo colloca in luogo sicuro sino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione“. La giovane ora si trova ospite in una struttura segreta.

L’informativa su quanto raccolto dai poliziotti della seconda sezione della mobile – il verbale della vittima e le testimonianze degli amici – è stata consegnata alla Procura di Chieti e a quella dei minori dell’Aquila. Il pm Marika Ponziani ha potuto così aprire un fascicolo: i due genitori albanesi sono indagati per abuso di mezzi di correzione. A difenderli ci sarà l’avvocato Luciano Di Felice. La Procura, intanto, ha chiesto l’incidente probatorio al gip: strumento processuale che cristallizza le prove.

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