Bufera nei test di medicina: l’omosessualità trattata come una malattia

Bufera sul Progress Test svolto nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. “Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell'omosessualità nell'uomo?”. Il ministro Fedeli: “Inaudito”.

Bufera nei test di medicina: l’omosessualità trattata come una malattia

Una domanda fuori luogo posta nel “Progress Test” ha scatenato l’ira della comunità LGBT. Si legge: “Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”. Il quesito in questione era presente nella prova del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, ha definito il quesito come “vergognoso” e aggiunge come è incredibile ed inaccettabile il fatto che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie.

La domanda è stata posta nel contesto di un test su diagnosi, genetica, malattia e comportamenti da tenere di fronte a determinate malattie. Il ministro inoltre aggiunge: “Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in medicina provveda a eliminare dall’elenco delle domande del Progress test quel vergognoso quesito, che le risposte a esso date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione del progresso nell’apprendimento di studentesse e studenti, e che il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato”.

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Il Progress Test è organizzato dalla Conferenza dei Presidenti dei Collegi didattici dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia delle università italiane e non ha nulla a che vedere con l’esame di Stato in Medicina la cui responsabilità è del MIUR. Il test è nato per monitorare con domande a risposta aperta i livelli di competenza raggiunta dagli studenti durante l’iter universitario.

Il test, che è stato sottoposto all’attenzione di 33.000 studenti universitari, ha scatenato l’ira della comunità LGBT. Cathy La Torre e Marco Grimaldi sono stati i portavoce di questa rabbia. Cathy è esponente di Sinistra Italiana e Arcigay, Marco Grimaldi invece è consigliere regionale di Sinistra Italiana. Entrambi vogliono sapere se la comunità medica italiana ritiene ancora l’omosessualità essere una malattia. Si dicono sconcertati da tale domanda e non capiscono a cosa serva un simile quesito su un test di medicina.

Cathy La Torre e Marco Grimaldi sottolineano come l’omosessualità, come l’eterosessualità, sia una variante naturale del comportamento umano. Spiegano come l’indignazione sia l’unica arma che hanno per ribellarsi a tali pregiudizi e che certe domande non trasformeranno i medici in persone migliori.

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