Brindisi, bruciano vivo il cane della vicina: troppo rumoroso

Oggetto numerose volte di minacce, ignoti hanno dato fuoco al cane della vicina a causa del troppo rumore che faceva. A soccorrerlo un veterinario della zona.

Brindisi, bruciano vivo il cane della vicina: troppo rumoroso

Giako, un siberian husky di 7 anni, vive con la padrona anziana presso San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Da tempo oggetto di molte minacce, delle persone ancora sconosciute sono entrate presso l’abitazione della signora, dando così fuoco al cane a causa del troppo rumore che faceva. Grazie all’arrivo dei soccorsi chiamati da alcuni vicini di casa, il cane è salvo per miracolo.

Una notizia che ha fatto rabbrividire l’intero vicinato. Raccontata sul social Facebook dal veterinario che per primo ha soccorso l’animale, è una vicenda che è stata riportata anche dagli Animalisti Italini onlus, che chiedono alle istituzioni una risposta significativa e ferma verso chi ha compiuto il terribile gesto.

Dalle minacce ai fatti

Solo qualche tempo fa era comparso un cartello sul cancello dell’anziana con su scritte poche ma terribili parole: “prima o poi te lo avveleno il cane”. Parole che ora suonano come una triste minaccia per quanto si è poi effettivamente verificato a Giako, l’husky del nipote della proprietaria di casa.

Alle 3 di mattina, così come racconta lo stesso veterinario corso sul posto, ignoti hanno cosparso di benzina il corpo del cane dell’anziana di San Pietro Vernotico, per poi dargli fuoco. Bloccata con un armadio la porta per uscire dall’abitazione, hanno chiuso anche delle possibili vie di fuga per il cane, e hanno anche rischiato di incendiare l’intero appartamento.

Per miracolo il cane è ancora vivo, ma porta delle bruciature molto evidenti che il veterinario ha voluto fotografare e condividere nel web per mostrare agli utenti fino a dove può spingersi la cattiveria umana. A commentare la storia sono intervenuti anche gli animalisti, ed è stato proprio un rappresentate degli Animalisti Italiani onlus, Alfonso De Liguori, a parlare alle istituzioni affermando che la sua associazione si costituirà come parte civile del caso, aspettando con fiducia che vengano presi dei provvedimenti esemplari.

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