Brescia: uccisa e sepolta in giardino, l’amante confessa al ritorno dalle vacanze

La 35enne bresciana era sparita da luglio scorso. L'assassino è il suo collega di lavoro ed ex amante che ha confessato l'omicidio di fronte ai Carabinieri.

Brescia: uccisa e sepolta in giardino, l’amante confessa al ritorno dalle vacanze

Nonostante il grande impiego, le intercettazioni delle celle telefoniche e delle telecamere della città di Brescia, senza la confessione di Fabrizio Pasini i carabinieri avrebbero faticato a ritrovare il cadevere di Manuela Bailo. L’aveva gettata oltre i campi di granoturco, tra chiuse antiche e attrezzi per lavorare la terra, in una buca coperta da una lamiera.

Il sindacalista Uil era tornato da poco dalle vacanze con moglie e figli, quando i il nucleo operativo di Carabinieri gli ha mostrato gli indizi e le prove che avrebbero potuto incastratro. A quel punto, Pasini, dopo essersi visto mostrare il mandato di perquisizione è crollato, confessando l’omicidio e indicando agli inquirenti il luogo in cui era nascosto il cadavere.

A nulla sono valsi i tentativi di Pasini di negare l’omicidio, giustificandolo come un incidente. I due erano colleghi di lavoro, Pasini sindacalista Uil, Manuela era dipendente nello stesso Caf, ed è proprio lì che la donna si era innamorata dell’uomo. Per lui, la vittima, aveva lasciato il suo fidanzato, Matteo Sandri, con il quale conviveva. Una storia d’amore sicuramente chiacchierata e nascosta alla mamma di Manuela, Patrizia. Quest’ultima, ex dipendete dello stesso Caf in cui lavorava la figlia, aveva conosciuto Pasini e ad oggi non riesce a dare una spiegazione a quanto successo.

Da svelare ancora il luogo e il giorno esatto dell’omicidio, ma gli investigatori sono convinti che l’omicidio si sia consumato a casa della mamma di Pasini nel sabato pomeriggio. Dopo, l’assassinio, avrebbe dato via alla sua messa in scena, inviando messaggi falsi a Sandri, alla famiglia e ai colleghi di lavoro. Tutto questo fino al 30 luglio quando il cellulare è sparito.

Increduli alcuni colleghi, come Mario Bailo, segretario Uil e omonimo della vittima, il quale aveva visto Pasini; i due avevano chiacchierato e l’omicida aveva raccontato delle sue vacanze in Sardegna. “Stavo parlando con un assassino, spero marcisca dentro” ha dichiarato Bailo.

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