Bologna, uccise la moglie a coltellate: condannato a 20 anni di carcere

Il 70enne Athos Vitali, che uccise la moglie a coltellate nella loro abitazione ad Armarolo di Budrio, in provincia di Bologna, è stato condannato ad una pena detentiva di 20 anni.

Bologna, uccise la moglie a coltellate: condannato a 20 anni di carcere

Athos Vitali, il 70enne che nel novembre dello scorso anno uccise a coltellate la moglie nella loro abitazione che si trova ad Armarolo di Budrio, in provincia di Bologna, è stato condannato definitivamente ad una pena detentiva di 20 anni di carcere.

Il marito della donna, che si trovava al carcere della Dozza dal giorno in cui era stato ufficializzato il fermo, ha assistito personalmente alla lettura della sentenza in tribunale in compagnia del proprio avvocato difensore, vedendosi attribuire uno sconto della pena rispetto ai 30 anni chiesti inizialmente dal pm di turno, Stefano Orsi.

Due giorni dopo il delitto, Athos Vitasi si era autoaccusato davanti agli inquirenti, ricostruendo nei dettagli la lite con la consorte. 

Anna Lisa Cacciari, questo era il nome della donna, aveva fatto notare al marito il ritardo nel rientro a casa quando avevano un appuntamento fissato in banca per una questione di debiti mentre lui, come aveva spiegato quando si era costituito, prima era andato da un’amica con cui aveva una relazione. Poi successivamente, dopo alcuni giorni, Athos Vitali aveva ritrattato dichiarandosi innocente.

All’origine del delitto, dunque, un ammontare di debiti per un totale di circa 75 mila euro maturati quando, di comune accordo, i due coniugi avevano deciso di acquistare un secondo distributore di carburante da gestire insieme a quello che già da molti anni avevano in gestione nel comune di Anzola nell’Emilia, e la gelosia.

Mentre le figlie e il cognato dell’uomo non si sono costituite parte civile nel processo, lo ha fatto l’Udi (Unione Donne in Italia) a cui è stata riconosciuto il risarcimento simbolico di 10 mila euro.

Come ha dichiarato Francesca Gabriele, l’avvocato difensore del marito della donna uccisa a coltellate, nell’ufficializzazione della sentenza non è stata riconosciuta l’aggravante dell’insussistenza dei futili motivi, mentre la premeditazione da parte dell’uomo a volere uccidere la moglie non è comunque mai stata contestata. 

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