Avvelena il marito con l’insulina. Lui si salva, lei in cella

Per nascondere la relazione con il suo amante, una donna bergamasca, di origine svizzera, decide di avvelenare il marito che fortunatamente si è salvato. L'accusa è tentato omicidio pluriaggravato.

Avvelena il marito con l’insulina. Lui si salva, lei in cella

Laura Mappelli, infermiera di 47 anni di Premolo, in provincia di Bergamo, ha volontariamente tentato di uccidere il marito, Bortolo Rossi, autista di pullman, camuffando l’accaduto sottoforma di un un falso malore dell’uomo.

La donna, avrebbe trovato il marito sofferente nel letto di casa, e chiamando sia i parenti che il 118 per soccorrerlo, ha descritto il malore dell’uomo come un possibile infarto, su cui lei stessa sarebbe intervenuta con un massaggio cardiaco.

Poco dopo il trasferimento dell’uomo in eliambulanza, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, le analisi mediche sono state le prove che hanno incastrato Laura Mappelli, accusata dalla polizia di aver addormentato il marito con un sonnifero, l’Alchon, a cui è seguita una iniziezione di insulina, con lo scopo di vivere serenamente la sua storia extraconiugale con l’amante, iniziata da diversi mesi.

La donna, sposata da pochi mesi, avrebbe conosciuto il suo amante la scorsa estate, poco dopo la sua luna di miele. Riprendendo servizio nella casa di riposo di Albino, avrebbe conosciuto proprio li l’uomo di cui si è invaghita, anche lui come il marito, autista di autobus, che era stato ricoverato nella struttura dove stava lavorando la Mappelli.

Il comportamento della donna, che evidentemente risentiva del peso di dover nascondere la sua storia clandestina, è degenerato lo scorso 4 dicembre 2015, quando Rossi appena tornato dal lavoro, beve un caffè che ha preparato la moglie. Come l’uomo ha riferito poco dopo la sua convalescenza, questo caffè aveva un sapore un po’ strano e lasciava qualche residuo sul fondo della tazzina.

Poco dopo, l’uomo mentre tentava di riposare a letto, è diventato agonizzante.Successivamente, Rossi entra in un coma ipoglicemico a causa dell’insulina che gli è stata iniettata a sua insaputa, facendogli dunque rischiare la morte.

Gli inquirenti, insospettiti del comportamento della moglie, l’hanno pedinata, scoprendo che ha trascorso le ultima notti in compagnia dell’amante, mentre il marito era ricoverato in ospedale.

La donna, interrogata più volte, e portata in carcere in attesa del processo, ancora non confessa il suo tentato omicidio, affermando spesso la solita frase: “Non ho fatto nulla, se ho fatto qualcosa non me lo ricordo”.

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