La storia di Maurizio Mescalchin, l’artigiano edile di Vigonovo (Venezia), è diventata un caso che ha attirato l’attenzione di tutti. Dal 2008, nonostante abbia emesso regolari fatture per il suo lavoro, Mescalchin non ha mai pagato alcuna tassa allo Stato italiano. Tuttavia, sembra che la sua impunità stia per finire.
La Sezione Fallimentare del Tribunale di Venezia ha emesso una sentenza il 5 maggio scorso, in seguito a un procedimento promosso dall’Agenzia delle Entrate per un credito di 605.927,67 euro. Questa sentenza ha fissato l’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti di Mescalchin, e il compito di gestire questa situazione difficile è stato affidato al curatore Marino Cingalotto. Ciò che rende ancora più complicato il caso è il fatto che finora nessuno sia mai riuscito a pignorare i suoi beni, compresa la sua abitazione, poiché non esistono documenti che attestino la sua proprietà.
È stato chiesto a Maurizio Mescalchin di depositare entro tre giorni i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie, i libri sociali, nonché le dichiarazioni dei redditi, dell’Irap e dell’Iva dei suoi tre esercizi precedenti, oltre all’elenco dei creditori. Purtroppo, il 63enne non ha alcuna traccia di questi documenti. A quanto pare, tutto è stato distrutto. Inoltre, Mescalchin non lavora con le banche e si fa sempre pagare in contanti. Se qualcuno tenta di pagarli in altro modo, lui rifiuta il lavoro.
In un’intervista rilasciata in passato, Mescalchin ha dichiarato: “Vivo bene e meglio di prima, e i soldi non mi mancano. Quando vado dal medico o in ospedale, mi curano gratuitamente e nessuno mi ha mai chiesto nulla. D’altronde, se curano gratuitamente gli immigrati, perché non dovrebbero curare anche me?” È evidente che il suo atteggiamento ribelle verso il fisco italiano sia radicato in una serie di convinzioni personali e nella sua visione di essere un “cittadino dello Stato Veneto, e non cittadino italiano”.
Per far capire a tutti la sua posizione, Mescalchin ha issato la bandiera con il leone di San Marco di fronte alla sua modesta abitazione, che è sorvegliata da telecamere come se fosse una base militare. Un cartello apposto sul cancello recita: “È vietato l’accesso ai non autorizzati”. È evidente che Mescalchin abbia dichiarato guerra al fisco italiano fin dal 2008, dopo la chiusura della sua società edile e la liquidazione dei suoi dieci dipendenti. Da quel momento in poi, non ha più versato un centesimo allo Stato, e tutte le cartelle esattoriali che gli sono state recapitate finiscono regolarmente tra i rifiuti.