"La tartaruga rossa": ciclo di vita e di emozioni

Il film è stato ideato e diretto dall'illustratore e animatore olandese Michaël Dudok de Wit, e inoltre è frutto di una co-produzione tra lo studio Ghibli e altre società francesi e belghe.

"La tartaruga rossa": ciclo di vita e di emozioni

La tortue rouge è un’opera poetica, raffinata e quieta. Ciò che la particolarizza è la scelta di escludere ogni sorta di dialogo, e qualcuno durante la visione potrebbe esclamare “peccato” o, ancora peggio, “che noia”.

Tuttavia la mancanza di parole, questi spazi vuoti che ci sembrano incolmabili, vengono riempiti dalla voce soave delle onde e del vento e da una colonna sonora decisamente calzante. Ci accorgeremo quindi che la natura ha un ruolo predominante.

La natura è un ciclo vitale che continuamente si crea, si distrugge e trova la forza di rinascere dalle proprie ceneri; trovando il suo punto di forza in una sinossi che dal principio è intenzionalmente basilare, raccontando infatti del naufragio di un giovane uomo seguendo la falsariga di Cast Away. Tuttavia riesce ad evolversi in qualcosa di molto più profondo che si estende dalle tematiche della sopravvivenza, della sofferenza e della solitudine.

Il protagonista vuole naturalmente fuggire e per questo costruisce più volte delle zattere, ma quando si trova a pochi chilometri di distanza dalla battigia qualcosa di ignoto l’ostacola e lo costringe a ritornare sui propri passi, rammaricato e infuriato.

Si scoprirà che questa forza ignota altro non è che una bellissima tartaruga rossa, che inevitabilmente finirà per costruire un legame con il protagonista in una visione talmente utopica che accarezzerà i nostri cuori con leggerezza, alleviando la nostra anima e proiettandoci in una pace dei sensi fino ai titoli di coda. Tuttavia la principale protagonista è l’isola tropicale, con le sue foreste di bambù e le sue strisce interminabili di sabbia.

Un’isola silenziosa, a tratti impervia, ma capace di donare energia vitale per l’immensità dei paesaggi che offre e per la bellezza delle creature che ospita. Un mondo totalmente estraniato dalla comune realtà che l’uomo riuscirà ad accettare, avversità incluse, anche grazie alla forza dell’amore e di una solitudine che ormai è un lontano ricordo.

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