Insulti sessisti a Venezia 75 per Jennifer Kent dopo la proiezione del suo film

Jennifer Kent è in gara alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo film "The Nightingale". Subito dopo la proiezione del suddetto sono volate parole pesanti per la regista.

Insulti sessisti a Venezia 75 per Jennifer Kent dopo la proiezione del suo film

L’australiana Jennifer Kent è l’unica regista donna in gara nel concorso ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia. Il suo film “The Nightingale” sta facendo molto discutere perché parla della vendetta femminile nella Tasmania del 1825. Nel film sono presenti scene di stupri e addirittura un infanticidio. Nel cast figurano Aisling Franciosi e Sam Claflin, che sono stati accolti, così come la regista, da tantissimi applausi alla conferenza stampa. La regista però è stata anche il bersaglio di un insulto sessista verificatosi proprio alla fine della proiezione per la stampa. Le forti immagini proiettate nel corso del film infatti hanno scatenato la reazione di un giornalista che era presente in sala durante la proiezione e che, al termine della stessa, si è alzato e ha urlato:” Vergogna, puttana, fai schifo“.

Dal canto suo, la Kent ha mantenuto un profilo basso, non ha voluto alimentare la polemica e a queste parole molto dure, ha reagito con molta compostezza dicendo:” È importante rispondere con compassione e amore all’ignoranza. Si tratta di una storia che deve essere raccontata nel 2018. Essere l’unica donna regista non mi rende felice, mi piacerebbe avere altre sorelle registe qui. Il compito del cinema è riflettere il mondo, e certo il rapporto uomini/donne qui è squilibrato. Il tema è molto importante. Il mio film parla di rispetto delle donne che non sono il solo gruppo sociale sottorappresentato. È una strada lunga“. La regista australiana inoltre ci ha tenuto a sottolineare la particolare difficoltà del momento storico, nel quale amore e compassione sarebbero vicini ad essere considerati quasi dei difetti. Gli stessi elementi tra l’altro sono proprio gli argomenti del lungometraggio presentato a Venezia, insieme alla necessità di mantenere la propria natura umana anche quando tutto intorno a noi ci spingerebbe insistentemente a fare il contrario.

Il giornalista che si è reso protagonista di questo gesto insensato e decisamente fuori luogo, tale Sharif Meghdoud (questo il nome dell’urlatore dell’insulto), ha fatto un passo indietro e ha dichiarato su Facebook:” Sono stato io l’uomo che ieri sera, alla proiezione stampa, ha gridato un insulto deplorevole alla regista una volta apparso il suo nome. (…) Un rigurgito uscito da una bocca che non pensava né a quello che diceva né alle relative conseguenze. Di base non sono contrario ai fischi e insulti alle fine delle proiezioni ai festival ma il mio gesto di ieri sera è da condannare per la sua natura estremamente esplicita e offensiva. Vorrei chiedere scusa a tutte le persone che si sono sentite offese dal mio gesto, (…) che identifica me e soltanto me come cafone e non l’intero apparato giornalistico italiano che si trova attaccato da tutto il mondo nelle ultime ore. (…) L’insulto viene fuori da un pensiero irrazionale e iperbolico di un cinismo che potrebbe andar bene al bar tra amici ma che è assolutamente fuori luogo all’interno di una Mostra d’Arte“.

Ovviamente il giornalista in questione è stato espulso dal Festival e l’accredito da parte della Biennale è stato subito ritirato. Si è trattato dunque di un brutto episodio di sessismo ai danni della regista Jennifer Kent, che è l’unica regista donna in gara nel concorso principale “Venezia 75” con il film “The Nightingale”. Sicuramente è da apprezzare la presa di responsabilità da parte del giornalista incriminato, ma forse le scuse in questo caso potrebbero non essere abbastanza, soprattutto per il fatto che a pronunciare queste pessime parole è stato proprio un giornalista; una persona quindi che, data anche la professione che esercita, dovrebbe a maggior ragione conoscere e saper riconoscere il valore delle parole che si pronunciano o che si intendono pronunciare. 

Senza dubbio può capitare che in un festival ci possa essere un film che non piace e che non suscita il gradimento di tutti e che magari, al termine della sua visione, qualcuno senta il bisogno di esprimere il proprio disappunto. Ma l’insulto che si è levato alla fine della proiezione per la stampa di “The Nightingale” di Jennifer Kent è qualcosa di inedito, un episodio decisamente spiacevole, che finora non si era mai verificato.

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