Festival Cannes 2018, Matteo Garrone presenta il film Dogman

Sulla Croisette è tempo di Matteo Garrone con il suo Dogman. La Croisette ha sempre portato bene al regista italiano che qui ha trionfato con due film: Gomorra e Reality.

Festival Cannes 2018, Matteo Garrone presenta il film Dogman

Dopo Alice Rohrwacher con Lazzaro felice, accolto in modo trionfale, il Festival di Cannes ospita un altro italiano in gara. Si tratta di Matteo Garrone con il suo Dogman, che è presentato oggi sulla Croisette, per la regia di Matteo Garrone, il quale è già stato più volte sui lidi della Croisette, dove negli anni passati ha portato Gomorra e Reality che hanno trionfato. Chissà che anche questa terza volta non sia di buon auspicio per il regista e possa ottenere un buon successo.

Il regista è alla quarta partecipazione al festival e descrive il suo film in questo modo: “Un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti”. Il film Dogman sarà nelle sale dal 17 maggio.

Per questa pellicola, il regista Matteo Garrone si è ispirato a un vero fatto di cronaca, ovvero l’omicidio avvenuto al Canaro della Magliana nella capitale durante gli anni 80.  La cosa particolare del film è che il regista ha preso spunto dalla realtà per raccontare una storia di frustrazione e di vendetta. 

Dogman racconta la storia di Marcello interpretato da Marcello Fonte, che è un parrucchiere per cani, il quale, per via del suo amico Simoncino, un ex pugile cocainomane, entra in un giro molto pericoloso a base di vendetta, violenza, crimine, sudditanza, ecc. Una storia molto difficile e tosta, con atmosfere cupe che ricordano i primi lavori e le prime produzioni di Garrone.

A proposito di questa pellicola, il regista spiega in questo modo il lavoro svolto: “Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, fino a chiarire dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente”.

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