Parma, penalizzazione annullata e pena ad Emanuele Calaiò ridotta

La Corte Federale d'Appello ha accolto parzialmente l'appello del Parma Calcio: la società non verrà penalizzata per il prossimo campionato, con la squalifica di Calaiò che viene ridotta fino al 31 dicembre 2018

Parma, penalizzazione annullata e pena ad Emanuele Calaiò ridotta

Sono stati mesi di puro panico per i tifosi del Parma Calcio. La società, fallita nel 2015, è stata l’unica fino a questo momento a fare il triplo salto in soli tre anni. Un miracolo sportivo che è stato messo a rischio per le accuse di combine da parte del suo tesserato Emanuele Calaiò prima di Spezia-Parma finita 0-2 per i Ducali.

Messi alla “berlina” sono stati gli ultimi tre messaggi inviati dall’attaccante Emanuele Calaiò al suo ex compagno di squadra Filippo De Col – su Whatsapp – che recitavano in questo modo: “Ehi pippein non rompete il cazzein venerdì/ mi raccomando amico mio, dillo anche a claudiein/ Soprattutto per il rapporto che avete con me”. Il messaggio, inviato a De Col, citava anche “Claudien”, cioè Claudio Terzi.

Questa accusa di “tentata combine” è stata definita da molti come una vicenda grottesca. Il giornalista che ha più volte preso le difese del Parma Calcio è Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport. Spesso ha dichiarato che la società non c’entrava nulla in questa faccenda, poiché è praticamente impossibile controllare i cellulari di ogni tesserato.

Il più duro nei confronti del Parma è stato sicuramente Maurizio Zamparini; il proprietario del Palermo ha infatti accusato più volte che la partita di La Spezia è stata taroccata chiedendo quindi alla Giustizia di intervenire su questa vicenda. Più volte l’imprenditore ha dichiarato che la sua squadra meritava la Serie A al posto dei Ducali non risparmiandosi con delle accuse a rischio querela.

La sentenza di primo grado, seppure dura, aveva assicurato la Serie A ai Crociati: il tribunale nazionale federale, a causa del messaggio inviato dal giocatore della squadra emiliana a un suo collega dello Spezia, aveva punito la società con un -5 in classifica e con la squalifica di Emanuele Calaiò per due anni.

Questa sentenza però non è stata accettata né da parte dei dirigenti crociati, che non volevano la forte penalizzazione, e neanche da quelli del Palermo, poiché la società rosanero sognava ancora la massima categoria. Nessun ricorso invece è stato fatto della Procura Federale, poiché soddisfatta di quanto deciso dal tribunale sportivo.

La seconda sentenza, fatta nel primo pomeriggio del 9 agosto, ha accolto parzialmente il ricorso dei Crociati difesi dall’avvocato Eduardo Chiacchio respingendo quindi quello dei rosanero: “La CFA, previo riunione dei procedimenti nn. 1, 2 e 3, ACCOGLIE PARZIALMENTE i ricorsi del Calaiò e della società Parma Calcio e, riqualificati i fatti ai sensi dell’art. 1 bis C.G.S. ridetermina le sanzioni nei seguenti termini: squalifica sino al 31.12.2018 e ammenda di € 30.000,00 al calc. Calaiò Emanuele; ammenda di € 20.000,00 alla società Parma Calcio 1913 S.r.l.. RESPINGE il ricorso della società U.S. Città di Palermo S.p.A”.

Una decisione che è stata apprezzata dai vertici del Parma Calcio. A parlare per primi sul sito ufficiale della società sono stati Paolo Pizzarotti e Giacomo Malmesi, entrambi consiglieri d’amministrazione della società e l’amministratore delegato Luca Carra. In coro dichiarano di essere soddisfatti per questa sentenza, anche se il danno d’immagine che hanno subito non potrà essere mai riparato.

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