Calcio, Juve: perché i bianconeri non sono più così convincenti?

La sofferta vittoria casalinga contro lo Sporting Lisbona ha confermato il non perfetto stato di forma degli uomini di mister Allegri. La difesa è sicuramente il reparto più in difficoltà, il gioco non convince e l'infermeria è piena.

Calcio, Juve: perché i bianconeri non sono più così convincenti?

Molti addetti ai lavori e giornalisti hanno già dichiaratamente parlato di una Juventus in crisi. Del resto, pochissime volte negli ultimi sei anni i bianconeri hanno racimolato un solo punto in due partite, per di più contro squadre come Atalanta e Lazio che – pur essendo migliorate tantissimo grazie al lancio di giovani talenti e ad allenatori con idee fresche e interessanti – sono sempre state superate con agilità. Con i biancocelesti la Juve ha perso addirittura per due volte in questo inizio di stagione, lasciando per strada l’unico trofeo finora messo a disposizione, la Supercoppa italiana.

Poi le prime partite di campionato sembravano aver cicatrizzato la ferita e rasserenato gli animi: vittorie ampie con squadre di medio-bassa classifica (Cagliari, Genoa, Chievo, Sassuolo e derby senza storia contro il Toro). La pesante sconfitta patita al Camp Nou al cospetto di un Barcellona tornato stellare ha riaperto il fronte degli scettici che hanno evidenziato come la Juve non sia più quella esplosiva e convincente degli anni passati. Una mancata convinzione derivante da tutta una serie di fattori che stanno influendo sulle prestazioni della squadra e che il pareggio di Bergamo e la sconfitta casalinga contro la Lazio hanno confermato.

La difesa è sicuramente il reparto più in difficoltà: la separazione da Bonucci non ha penalizzato soltanto il nuovo acquisto rossonero, ma ha indebolito anche il reparto arretrato bianconero. Bonucci era in grado di impostare e dare fluidità alla manovra della Juve, risolvendo spesso con lanci lunghi e millimetrici le situazioni ingarbugliate a centrocampo. Rugani e Benatia non hanno esattamente queste caratteristiche. L’unico metronomo vero rimasto in rosa è Claudio Marchisio che però è fermo ai box dalla prima di campionato. La difesa ha già incassato 7 gol in campionato e addirittura 5 in Champions dopo appena tre giornate: numeri che hanno fatto accendere un piccolo campanello d’allarme e che vanno registrati per le prossime uscite quando ci si giocherà realmente il passaggio agli ottavi di finale.

Se Atene piange, Sparta non ride recita il proverbio. E se la difesa è in palese difficoltà, anche l’attacco non brilla eccessivamente. O meglio, chi sta tradendo le aspettative è ‘mister 90 milioni’, Gonzalo Higuain, che sta attraversando un momento di offuscamento. Non tanto per i goal segnati, quattro – tre in campionato e uno in Champions – quanto per la condizione espressa: il Pipita pare sempre troppo macchinoso nei movimenti e negli stop e sembra aver perso un pizzico di quella rapidità d’esecuzione che lo ha reso letale fino allo scorso anno. L’argentino deve ancora carburare ed entrare perfettamente in condizione, ma forse sarebbe più proficuo lasciarlo riposare maggiormente per lanciarlo nelle sfide difficili da sbloccare.

Per un Higuain un po’ appannato, un Dybala che ha iniziato la stagione da mattatore assoluto. 10 gol nelle prime sei giornate, coronate dalle spettacolari triplette contro Genoa e Sassuolo. Nelle ultime due partite di Serie A, però, la Joya ha sbagliato ben due rigori, entrambi decisivi e che avrebbero consentito alla Juve di essere a soltanto due lunghezze dal Napoli capolista. E su questo Paulo deve lavorare: l’argentino è molto sensibile e dovrebbe reagire con maggior grinta ai momenti negativi e alle pressioni a cui è sottoposto dalla carta stampata. Lavorando con maggiore serenità tornerà presto a fare la differenza, soprattutto in Europa dove non segna dalla doppietta dell’11 aprile contro il Barça. La Juve ha bisogno delle sue giocate e della sua fantasia per ambire alla tanto agognata ‘coppa dalle grandi orecchie’.

Altro tasto dolente è la questione infortuni. L’infermeria è piena da tempo. Pjaca è lungodegente per la rottura del legamento crociato destro e il suo rientro è previsto per fine ottobre. Lo stesso Marchisio avrebbe dovuto recuperare per il derby della Mole ma il suo reintegro in rosa è slittato e anche per la partita di Udine (domenica ore 18) la sua presenza è a rischio. La fascia destra, inoltre, comincia a diventare un vero e proprio rebus: con l’addio di Dani Alves i bianconeri si sono privati di un pezzo da novanta e gli arrivi di Mattia De Sciglio e Benedikt Howedes non hanno sortito gli effetti sperati. I due terzini, infatti, sono da tempo infortunati, il primo per un trauma distorsivo alla caviglia, il secondo per un risentimento muscolare: dovrebbero recuperare per fine ottobre, ma i contemporanei acciacchi di Andrea Barzagli hanno costretto Max Allegri a schierare più volte Sturaro come esterno basso, in un ruolo non suo. Addirittura il tecnico starebbe valutando di schierare in quella posizione Juan Cuadrado per la partita di ritorno contro lo Sporting a Lisbona, tra due settimane.

Infine, gli avversari. Il campionato ha raggiunto quest’anno un livello davvero competitivo con un Napoli seriamente candidato alla vittoria finale e un Inter che ha stupito tutti. Gli uomini di Maurizio Sarri mostrano un gioco dinamico e divertente che li ha portati a vincere 8 partite su 8 infliggendo sconfitte pesanti a quasi tutti gli avversari fino ad ora incontrati: ha il miglior attacco (26 reti) e la miglior difesa (5 reti subite, come Inter e Roma), il reparto che ancora mancava da registrare interamente. L’Inter, invece, ha trovato in Luciano Spalletti il suo uomo in più: i neroazzurri hanno una panchina molto corta ma quelli che giocano lo fanno in maniera brillante e costante. Skriniar si sta dimostrando insuperabile, mentre Icardi trasforma in oro tutto ciò che tocca. Non vanno, infine, dimenticate Roma e Lazio, squadre che sembrano leggermente inferiori, ma che si aggrappano alla vena realizzativa dei suoi bomber trascinatori, Dzeko e Immobile. Con le doppiette messe a segno rispettivamente a Stamford Bridge e all’Allianz Stadium negli ultimi impegni hanno lanciato un chiaro messaggio alla concorrenza: per la lotta al vertice ci siamo anche noi.

Non è una crisi, ma la Juve è avvisata da diversi campanelli d’allarme: tocca al Mister saperli neutralizzare e ai giocatori scacciare i fantasmi di una stagione deludente. Ma si sa, con la Vecchia Signora non c’è mai nulla di scontato…

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