Gli italiani vanno pazzi per gli integratori vitaminici: ne comprano più di aspirine e tachipirine

In fatto di integratori alimentari, gli italiani non badano proprio a spese. Ogni anno ne acquistano 170 milioni di scatole, generando un giro d’affari per 2,5 miliardi di euro. Fermenti lattici e multivitaminici sono in assoluto i più richiesti.

Gli italiani vanno pazzi per gli integratori vitaminici: ne comprano più di aspirine e tachipirine

Quella per gli integratori è una vera e propria mania. Li acquistiamo per dimagrire, per sgonfiare la pancia, per migliorare la circolazione, per combattere la cellulite, per depurare il fegato, per ridurre l’affaticamento e il colesterolo. Per ogni problema sembra che la soluzione possa essere trovata in una di quelle magiche confezioni, vendute sempre più sugli scaffali delle farmacie o dei supermercati.

Nel nostro Paese a farne uso è un esercito che vede aumentare tra le sue fila il numero di adepti. Attualmente ne fanno uso tre italiani su quattro, gli stessi che poi fanno fuori in un anno qualcosa come 170 milioni di scatole. Trattasi di prodotti gestiti al di fuori del sistema sanitario nazionale, e capace di generare un giro d’affari da 2,5 miliardi di euro. I più richiesti rimangono i fermenti lattici e i multivitaminici.

Ormai hanno quasi superato il mercato di farmaci di automedicazione, come la tachipirina o l’aspirina, ha sentenziato Alessandro Golinelli, presidente di Integratori Italia, l’associazione che fa parte di Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) che comprende al suo interno 40 aziende del settore. La ragione di questi risultati? A quanto pare “con consumatori più evoluti, si assiste a un minor consumo di farmaci e uno spostamento verso gli integratori”.

Ma in un mercato in forte crescita, il rischio di perdersi in qualche intruglio assai pericoloso è sempre dietro l’angolo. Per questa ragione l’Unione Nazionale Consumatori, la prima storica associazione a tutela dei consumatori, ha predisposto una guida con tanto di app, utili per orientarsi nel mondo di bustine, pastiglie e bibitoni.

Massimiliano Dona, presidente dell’associazione, ha altresì ricordato che spesso in questo settore poco regolamentato dilagano le fake news. Da qui urge la necessità di una loro più corretta divulgazione. “In questo mercato circolano spesso informazioni non veritiere, pubblicità scorrette, ingannevoli, oltre che allusive. E i consumatori che si rivolgono a noi, con i loro quesiti, danno spesso prova di superficialità e scarsa conoscenza dell’argomento”.

Non a caso anche l’Associazione Integratori Italia ha stilato un codice deontologico a cui tutti gli associati sono chiamati ad aderire e conformarsi. A ogni modo quello che è sempre opportuno tenere in mente, è che gli integratori non possono sostituire gli alimenti o uno stile di vita sano, ma sono semplicemente un di più che va usato con coscienza e soprattutto nelle giuste quantità.

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