NBA, verso la stagione 2018-2019. Philadelphia 76ers, "Complete The Process" è la parola d’ordine

Il lungo travaglio di una squadra potenzialmente vincente, come quella dei Sixers, è ormai giunto al punto conclusivo: l'anno scorso è emerso un collettivo e singoli con un ampio margine di miglioramento; si può provare a vincere la Conference.

NBA, verso la stagione 2018-2019. Philadelphia 76ers, "Complete The Process" è la parola d’ordine

Complete The Process” è la parola d’ordine per i Philadelphia 76ers. “The Process” è stato il lungo lavoro di costruzione di una squadra potenzialmente vincente del direttore tecnico dei Sixers, Sam Hinkie, tanto incompreso quanto geniale; Hinkie, nel giro di cinque anni, con un progetto lungo e mirato, ha distrutto la squadra precedente ed eliminato tutti i contratti di peso, ha compiuto scelte precise nei Draft e, passando per due stagioni da incubo, l’ultimo anno ha visto i frutti del suo lavoro, una squadra che in breve tempo potrà ambire al titolo NBA.

I titolari sono indiscutibili, gli stessi dello scorso anno: il fenomenale playmaker Ben Simmons, una sorta di nuovo Magic Johnson, la guardia JJ Redick, dotata di un tiro precisissimo da tre punti, il potente e versatile Robert Covington, ala piccola, il forte e ficcante Dario Saric, ala grande, e il poderoso centro All-Star Joel Embiid, attuale uomo franchigia della squadra assieme a Simmons. Titolari con cui il coach Brett Brown ha un’intesa ed una fiducia totale.

Anche la panchina ha i suo perchè, come il giovane playmaker Markelle Fultz, con immensi margini di miglioramento, la buona guardia T.J. McConnell, l’ala piccola Jerryd Bayless, in possibile trattativa per uno scambio con Kyle Korver dai Cavaliers, l’ala grande – centro Amir Johnson e l’ala piccola Furkan Korkmaz. Insieme ai titolari, questi formano un gruppo di giocatori validissimi, per avere sempre giocatori di valore in campo.

Anche il mercato si è mosso ed ha portato i suoi frutti, due giocatori come Wilson Chandler, ala piccola esperta, giunta dai Nuggets dopo anni di permanenza in Colorado, il perfetto prototipo per intercambiarsi senza traumi con il titolare Covington. Mike Muscala è l’ala grande che può dare ulterirori scelte a coach Brown per far girare i lunghi Saric, Embiid e Johnson.

I partenti sono giocatori che hanno fatto parte della panchina lo scorso anno e che hanno dato un contributo decisivo al gran risultato della semifinale di Conference conquistata: Marco Belinelli, Timothé Luwawu-Cabarrot ed Ersan Ilyasova, oltre a Justin Anderson ed a Richaun Holmes, tutti volati in squadre dove sperano di trovare più minuti a loro disposizione. Il mercato è stato ben costruito e progettato per non dare impatti negativi sul rendimento complessivo.

Anche il draft 2018 ha portato i suoi giovani talenti alla corte bianco-blu-rossa, ma anche quest’anno l’ormai nota “maledizione del primo anno ai Sixers” si è abbattuta sulla stella più talentuosa tra i rookie, il n.16 Zhaire Smith, una guardia con i possibili connotati di un giocatore dal rendimento sicuro, ma un grave infortunio (come accaduto gli anni scorsi ai rookie Embiid, Simmons e Fultz) lo costringerà ai box, però il problema pare meno grave di quello degli altri, e potrebbe rientrare nella seconda parte di stagione. Con il n.26 arriva da Wichita State il play Landry Shamet, mentre con il n.54 entra in rosa un altro play, Shake Milton, un’ulteriore alternativa nel reparto dei piccoli.

Il processo-progetto di Sam Hinkie, affidato a coach Brown, è giunto sul rettilineo di arrivo, le dure montagne e le sofferenze sono finite per la squadra e per i tifosi: i 76ers sono al livello di Boston, Toronto e Milwaukee, le migliori formazioni della Eastern Conference e così possono concorrere all’obiettivo della vittoria della conference, ottendendo allo stesso tempo anche la finale NBA. La squadra dei giovani fenomeni è pronta per il salto di qualità e determinata – in quest’anno o nei prossimi – a completare il processo vincendo il titolo NBA.

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