NBA, verso la stagione 2018-2019. New York Knicks, è giunto l’anno buono per tornare alla postseason?

Probabilmente no, questa è la risposta. Il pubblico newyorkese dovrà soffrire un altro anno, a meno che Kristaps Porzingis e gli altri migliori talenti in blu-arancio non sfoderino prestazioni eccezionali.

NBA, verso la stagione 2018-2019. New York Knicks, è giunto l’anno buono per tornare alla postseason?

Spiace ammetterlo, ma nemmeno la stagione 2018-2019 sembra quella buona per rivedere i New York Knicks protagonisti e nei playoff. I mezzi tecnici complessivi della rosa newyorkese sono troppo esigui per competere per la postseason, con tante squadre anche ad Est attrezzate meglio di loro. La scorsa stagione ha illuso i tifosi fino a metà del cammino, con un rendimento da playoff, fino al crollo nella seconda parte di campionato.

Per cercare di porre rimedio al disastro, è arrivato un nuovo coach, David Fizdale, che ha messo i Grizzlies nelle condizioni di giocare alla grande, almeno fino all’anno passato. Si punta sul suo lavoro puntiglioso e sulla grande preparazione che profonde in allenamento per correggere i tanti difetti di gioco di squadra di quelli alla zuava (tale è il significato di “Knickerbockers”). E’ giunto il momento di analizzare il mercato della franchigia più influente della capitale economica statunitense.

Il draft innanzitutto porta due nuovi prospetti, uno dei quali è molto interessante, il n.9 Kevin Knox, ala piccola che giunge da quel serbatoio di talenti che in questi ultimi anni si è dimostrato l’ateneo di Kentucky: tante sono le aspettative sul suo conto, probabilmente partirà sin da subito nel quintetto titolare. L’altro acquisto è il n.36 Mitchell Robinson, un centro forte ed atipico, ondivago nel rendimento, tutto da scoprire per il suo rendimento che dimostrerà nella NBA.

L’acquisto principale dei Knicks è stato Mario Hezonja, guardia croata che negli anni precedenti ha giocato con i Magic e che ha avuto un rendimento di medio livello, non certo il giocatore in grado di fare la differenza, così come Noah Vonleh, ala grande ex Trail Blazers di propensione difensiva, elemento in grado di subentrare dalla panchina e fare la differenza quando la palla è in mano agli avversari. Liberi da contratto ci sono il veterano Jarrett Jack e Isaiah Hicks.

Sono usciti dalla squadra due degli elementi principali del campionato passato, come Michael Beasley, volato ai Lakers, e Kyle O’Quinn, che ha firmato il suo nuovo contratto per gli Indiana Pacers: giocatori importanti ma non fondamentali per il rendimento complessivo; quindi è stato rescisso il contratto di Troy Williams. La superstar della squadra newyorkese è Kristaps Porzingis, l’ala grande lettone con un rendimento offensivo altissimo (22 punti a partita) ed un discreto apporto in ripiegamento. A ruota, per prestazioni, c’è Tim Hardaway Jr., guardia dai grandi numeri, atletico e con il canestro sempre nel mirino, poi come play titolare potrebbe partire l’esperto Courtney Lee, buon giocatore ma non eccezionale.

Se Knox dovrebbe essere l’ala piccola titolare, il centro che partirà nei cinque è più in dubbio: c’è l’ottimo Enes Kanter, che appare favorito sull’esperto, ma compromesso dagli infortuni Joakim Noah, e sul giovane Robinson. La panchina è lunga, rimpinguata però da elementi molto incostanti nell’apporto alla squadra: tanti buoni nomi come Frank Ntilikina, Emmanuel Mudiay, Trey Burke, Ron Baker e Luke Kornet, tutti distinti da incertezza sul saper prendersi carico della squadra nei momenti difficili. Gli altri giocatori sotto contratto sono Damyean Dotson e Lance Thomas.

Oltre a Porzingis ed Hardaway Jr. è difficile trovare giocatori in grado di dare quel qualcosa in più quando serve vincere le gare che faranno la differenza in classifica a fine stagione. Coach Fizdale ha per le mani una patata bollente, un grande onore allenare i Knicks tanto quanto è un onere prendere le redini di una squadra obiettivamente costruita male, sbilanciata e dai progressi potenziali limitati. Inoltre bisogna soddisfare una tifoseria sempre calda, presente e fedele ma costantemente illusa e delusa, che ha visto solo quattro volte i Knicks partecipare ai playoff negli ultimi 17 anni, uno smacco per una delle città più grandi d’America ed al mondo. Nemmeno questo, purtroppo, pare l’anno giusto.

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