NBA, verso la stagione 2018-2019. Los Angeles Lakers: LeBron James ed il fattore free agency per dominare di nuovo

LeBron James ha dominato tutto il mercato NBA di questa stagione, con i Lakers che hanno dominato il mercato della free agency, quello dei giocatori liberi da contratto. Da solo il Prescelto è in grado di spostare gli equilibri, si torna a sognare in grande.

NBA, verso la stagione 2018-2019. Los Angeles Lakers: LeBron James ed il fattore free agency per dominare di nuovo

E’ indubbio che tutto il mercato dei Los Angeles Lakers si sia incentrato sull‘acquisizione di LeBron James, che ha rivoluzionato gli equilibri di forza nell’intera NBA. L’arrivo del Prescelto ha elettrizzato la città degli angeli ed i lacustri, nella persona del loro presidente Magic Johnson, hanno fatto di tutto per strapparlo alle altre franchigie, prima di tutto ai Sixers.

Per coach Luke Walton, giovane tecnico, ex giocatore dei losangelini giallo-viola, tutto si fa più semplice, ma al contempo si alzano di molto anche le aspettative sul rendimento dei Lakers, che mancano dai playoff addirittura dal 2012. La dirigenza ha fatto la spesa letteralemente nel mercato della free agency, quello dei giocatori senza contratto, ed ha ottenuto, oltre a James, giocatori di valore.

Con i soli acquisti dai liberi da contratto si potrebbe costruire un quintetto titolare di alto livello, anche se ora è tutto da definire per il coach, che per lui, più che per altri colleghi, il prestagione sarà fondamentale: Rajon Rondo (playmaker ex Pelicans), Lance Stephenson (guardia ex Pacers), Michael Beasley (ala piccola ex Knicks), LeBron James (ala grande ex Cavaliers) e JaVale McGee (centro ex Warriors).

Ovviamente, tra i giocatori rimasti, c’è chi reclama un posto da titolare, ed ha tutte le carte per farlo, primo fra tutti Brandon Ingram, la giovane ala piccola da 16 punti, 5 rimbalzi e 4 assist a partita nella sua seconda stagione da professionista, oppure l’ala grande Kyle Kuzma, straordinaria la sua stagione di esordio con 16 punti, 8 rimbalzi e 2 assist a gara, che potrebbe adattarsi anche al ruolo di centro, oppure anche il maturo Kentavious Caldwell-Pope, che ha giocato una buona stagione da guardia titolare.

In tutto questo, l’attesissimo rookie e playmaker dello scorso anno, Lonzo Ball, potrebbe partire dalla panchina, visto che davanti ha un mostro sacro del ruolo come Rondo, e da lui può acquisire esperienza per migliorare una stagione di alti e bassi ma contrassegnata da discreti numeri complessivi (10 punti, 7 assist e 7 rimbalzi per gara). Tra gli altri elementi della panchina c’è l’esperto Luol Deng, il cui contratto pesa tantissimo sul tetto salariale, dal quale i Lakers si attendono di vedere almeno in parte il giocatore ammirato per anni a Chicago; oltre a lui la rosa è completata da Alex Caruso, Josh Hart, Travis Wear ed Ivica Zubac.

In più ci sono i tre ingressi dal draft: Moritz Wagner (n.25, centro), Isaac Bonga (n.39, ala piccola) e Sviatoslav Mykhailiuk (n.47, guardia), che i lacustri sperano possano offrire del rendimento convincente. Se ne vanno dai giallo-oro molti giocatori, in un vero e proprio sconvolgimento, come nella Los Angeles dei Clippers: via Thomas Bryant e Tyler Ennis (contratto tagliato), Channing Frye (che ritorna ai Cavaliers), Brook Lopez (ai Bucks), Julius Randle (ora ai Pelicans) e Isaiah Thomas (ai Nuggets). Difficilmente verranno rinnovati i due giocatori in free agency, ex Lakers, Andre Ingram e Gary Payton II.

LeBron James ed i Lakers avranno gli occhi addosso tutta la stagione e nella probabile postseason: con il Re la squadra tornerà a marciare su un cammino vittorioso, seppur irto di ostacoli, specie ad Ovest, dove Thunder, Rockets e soprattutto i Golden State Warriors ambiscono al primo posto della conference. Con i Warriors favoriti, i Lakers dovranno puntare al secondo posto, determinare un cammino vincente nei playoff e, come possibile previsione, affrontare i Warriors in una eventuale finale di conference. James farà di tutto per conquistare la nona finale NBA di fila (la decima complessiva per lui), di cui vinte “solamente” tre, ma qui si va troppo in là e le previsioni diventano complesse. Ma è chiaro che la Los Angeles giallo-viola è tornato nell’Olimpo della NBA.

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