I Chicago Bulls lo scorso anno hanno conosciuto la stagione peggiore dell’ultimo decennio, vedendo lontanissimo l’obiettivo postseason. La nuova stagione pare non portare una ventata di novità a Windy City (la città del vento) a causa di una gestione poco accurata degli ultimi anni pieni zeppi di errori sul mercato e negli scambi.
I nuovi Bulls ripartiranno da Zach LaVine: il portentoso e scattante schiacciatore e realizzatore visto a Minneapolis ha rinnovato il proprio ricco contratto, con Chicago che ha pareggiato l’offerta di Sacramento e con Zach che ha scelto di rimanere con i tori rossi. Molte speranze di ben figurare sono legate a lui, dopo la stagione scorsa piena zeppa di infortuni e di poche comparse sul parquet.
Il draft porta due nuovi prospetti: Wendell Carter Jr., centro proveniente da Duke con il n.7, forte in difesa e concreto in attacco, assieme al n. 22 Chandler Hutchinson, ala piccola di Boise State con numeri davvero invidiabili nell’ultima stagione (20 punti e 7 rimbalzi a partita) da cercare di riproporre in parte nei palazzetti della NBA.
L’acquisto di spicco è Jabari Parker, ala piccola ex Milwaukee Bucks, una scommessa su un giocatore dal grande potenziale e con margini di miglioramento ancora evidenti. Con lui arriva la guardia Antonius Cleveland (uomo da panchina), mentre in uscita il nome più in luce della scorsa stagione è stato Jerian Grant, ora ai Knicks. Unico free agent è l’ala grande David Nwaba, autore di una buona stagione nello scorso anno dalla panchina.
Il tetto salariale abbondantemente superato ed il bilancio lasciano però la squadra immutata: oltre a LaVine, il giovane finlandese Lauri Markkanen è l’altra punta di diamante della squadra. In una rosa piena di giocatori si punta molto sulla crescita esponenziale della fresca guardia Kris Dunn e sulla grande esperienza al centro di Robin Lopez.
In campo vedremo anche di sicuro Justin Holiday e Cameron Payne, mentre in panchina spiccano più giocatori dal buon rendimento offensivo piuttosto che realizzativo. D’altronde Fred Hoiberg, il coach, deve giocoforza lavorare duro con i suoi giocatori per allestire un buon gioco difensivo che sappia dare anche importanti spunti in attacco perché, se le vittorie possono arrivare, i playoff sembrano molto lontani sull’orizzonte dei Bulls.
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