Alla fiera internazionale dell’economia sostenibile, Ecomondo, che si terrà a Rimini tra il 7 ed il 10 Novembre prossimi, Enea – l’ente italiano per l’ambiente, l’energia, e le nuove tecnologie green – presenterà, nel padiglione intitolato “H2R – Mobility for sustainability”, il primo esemplare tutto italiano di city car ibrida ad idrogeno, la Urb-e 4.0.
La Urb-e 4.0 è il risultato di una lunga evoluzione. Nata come casus studi per testare i progressi nei generatori ed accumulatori elettrici, e passata per versioni puramente elettriche (con batterie al piombo e supercondensatori, e poi con batterie al litio-ione), si è affermata – appunto nella quarta generazione di oggi – come ibrido con celle a combustibile basato sull’idrogeno.
In sostanza, questo veicolo, monta una piccola cella a combustibile da 1 kW di potenza che, in virtù di 2 leggere (0.3 kg) bombole da 10 litri di idrogeno, produce – nelle fasi di sosta – l’energia elettrica che va a riempire una batteria – di modeste dimensioni (da 4 kWh) – a sua volta connessa al motore elettrico dell’auto, capace di spingere il veicolo a 80 km/h di velocità massima, per 70 km di autonomia, garantite dalla piena carica della batteria, realizzabile in 4 ore di sosta.
Volendo arrivare ad un’autonomia maggiore, è possibile sfruttare la modalità plug-in della Urb-e 4.0, visto che la batteria è collegabile ad un alimentatore, ed arrivare ad così a 130 km totali, a fronte di un modesto aggravio di spesa: la carica iniziale della batteria, infatti, costa 1 euro, cui ne vanno aggiunti 3 per l’acquisto delle 2 bombole di idrogeno (ad oggi, tale propellente costa 9,50 euro al kg ma, entro il 2025, potrebbe scendere a 5), in un’area riservata o nelle stazioni di rifornimento. Totale: 4 euro.
Inoltre, attualmente, sempre col fine di aumentare l’autonomia, assicurabile dalla parte propulsiva elettrica di questo veicolo ibrido (ha, comunque, un motore termico), sono allo studio diverse migliorie: la prima prevede, tramite una modifica del software di gestione, che la cella a combustibile alimenti direttamente il powertrain elettrico, bypassando le dispersioni della batteria, con un conseguente miglioramento in efficienza del 20% e, se ancora non bastasse, si sta anche lavorando su una ricarica wireless dinamica che non prevede alcun contatto tra veicolo e base o superficie di ricarica (magari collocabile in prossimità dei semafori).
Qualora il prototipo Urb-e 4.0 andasse in porto, verrebbero risolti – in un colpo solo – molti problemi della mobilità attuale: le emissioni inquinanti, i costi del pieno, la necessità di avere un garage di ricarica (basterebbe anche solo sostituire le bombole), ed il peso stesso del veicolo (vera e propria spada di Damocle delle auto full-electric che, per avere ottime autonomie, devono caricarsi di pesantissime batterie).