Il Ministero dei Trasporti boccia l’utilizzo dei semafori-autovelox

Sonora bocciatura per i semafori-autovelox. Ad esprimersi contro il loro funzionamento è stato il Ministero dei Trasporti, secondo il quale sussisterebbero almeno due ragioni che non ne consentirebbero l’utilizzo: ecco quali sono.

Il Ministero dei Trasporti boccia l’utilizzo dei semafori-autovelox

Spauracchio della stragrande maggioranza degli automobilisti, negli ultimi anni i semafori-autovelox hanno conosciuto una rapida diffusione. Il loro funzionamento è davvero molto semplice. L’azione combinata di un sensore posto nell’asfalto e di una telecamera che fa da autovelox, misurano quella che è la velocità dell’auto: al di sopra del limite previsto per quel tratto di strada, scatta il rosso.

L’automobilista è così costretto a arrestarsi in attesa del ritorno del verde. Chi non dovesse invece fermarsi, verrebbe immortalato da una seconda telecamera. Da lì si tratterebbe semplicemente di attendere la contravvenzione direttamente nella cassetta delle lettere. Una volta aperta, al pirata della strada verrebbe intimato di sborsare 162 euro, vedendosi al contempo privato di ben 6 punti dalla patente.

Usato particolarmente da molti comuni e provincie italiane, il semaforo-autovelox da anni solleva non poche polemiche. Proprio in ragione di questi numerosi dissapori, il Ministero dei Trasporti ha deciso di dire la sua con il parere 7248 del 23 novembre 2017, provvedimento reso noto però solo nei giorni scorsi.

Secondo il Ministero, i semafori devono servire esclusivamente ad ottemperare alle previsioni dell’articolo 158 del Regolamento di esecuzione del codice della strada. In altre parole devono occuparsi unicamente di regolare le correnti di traffico. Altre funzioni non sarebbero consentite. Da qui è logico dedurre che non sarebbe possibile regolare il funzionamento delle luci semaforiche in ragione della velocità degli autoveicoli che si apprestano ad impegnare l’intersezione.

In secondo luogo il Ministero ha anche bacchettato i gestori locali delle strade, ricordando che la misurazione della velocità va eseguita con il solo autovelox. Inoltre in prossimità dell’autovelox stesso, sarebbe auspicabile la presenza delle forze dell’ordine. Questo ridurrebbe notevolmente i ricorsi presentati dagli automobilisti a cui viene comminata la sanzione rilevata per mezzo del semaforo-autovelox.

Peccato solo per un aspetto: quello del MIT rimane un parere significativo, ma non vincolante. Siamo quindi di fronte all’ennesimo paradosso tutto italiano: i semafori-autovelox pur non essendo previsti dal Codice della Strada e dal Regolamento del Codice della Strada stesso, continueranno a funzionare multando numerosi automobilisti. Ma come se non bastasse sono anche potenzialmente pericolosi, in quanto l’auto che viaggia a velocità sostenuta potrebbe fermarsi di colpo al rosso, causando dei tamponamenti anche a catena.

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