Daihatsu in arrivo all’auto-show di Tokyo con quattro innovativi prototipi

Ormai messo da parte il salone di Francoforte, gli amanti dell’automobilismo guardano all'estrosa kermesse per le 4 ruote che si aprirà presto a Tokyo, con i primi rumors che già provengono dalla capitale del Sol Levante.

Daihatsu in arrivo all’auto-show di Tokyo con quattro innovativi prototipi

Tra un paio di settimane, precisamente dal 24 Ottobre, si apre a Tokyo la locale edizione annuale dell’auto show e, tra i vari protagonisti, figurerà anche il noto brand locale Daihatsu, lontano dall’Europa da quasi un decennio, ormai focalizzatosi (anche per volere della controllante Toyota) nel proporre veicoli di piccola e media taglia per i soli mercati asiatici.

Per l’occasione il gruppo di Ikeda schiererà in campo un array di quattro veicoli sperimentali, quindi in stato prototipale, sempre small, ma simpatici sia nelle forme che nei nomi.

Il primo veicolo risponde al nome di Waku Waku, termine che esprime la sensazione di felicità ed eccitazione: si tratta di un fuoristrada concepito con l’ambizioso proposito di spodestare dal trono degli off-road compatti la mitica “Suzukina” (Susuki Jimmy), come evidente dal design e dalle scelte tecniche, con forme muscolose, paraurti imponenti, alti parafanghi, ampia distanza dal suolo, e impressionante vano bagagli, al quale si accede tramite uno sportellone che, nell’aprirsi verso l’esterno, rivela un piccolo predellino in basso. Lo stato di avanzamento nella realizzazione degli interni lascia intuire che questo sia forse uno dei modelli del quartetto più progrediti nello sviluppo, decisamente vicino al modello che potrebbe esordire in commercio.

Pur avendo la forma arrotondata di un minivan, il secondo veicolo Daihatsu della rassegna è una monovolume, che trae il nome di Wai Wai dal vociare festante della folla: al suo interno, in effetti, disposti su tre file, dal portellone anteriore che si apre ad angolo, o da quello posteriore a scorrimento, possono entrare e posizionarsi (sui sedili ribaltabili) ben 6 occupanti (col conducente che si ritroverà più o meno tutti i comandi essenziali in prossimità del volante, potendo beneficiare nel contempo – sul cruscotto – di un ampio display orizzontale). Da annotare l’assenza del canonico tettuccio metallico, qui sopperito in ottica panoramica da una coppia di capote in tela.

Ico Ico, invece, è un piccolo pulmino che, dall’apertura posteriore con piattaforma di tipo retrattile, si presta ad accogliere (in numero di 4) anche le persone che, causa disabilità, si trovino su una sedia a rotelle: sarà a guida autonoma, e verrà utilizzato per i micro-spostamenti urbani (il cosiddetto ultimo miglio), magari per portare le persone a lavoro, o come navetta all’interno degli aeroporti.

Come espresso dal nome, il furgoncino Tsumu Tsumu, probabile erede dell’attuale Hijet, può davvero esser stipato all’inverosimile, grazie al suo approccio modulare. L’utente, infatti, può decidere di godersi un abitacolo di facile accesso e molto spazioso o, reclinando il sedile del passeggero, guadagnare altro spazio di stoccaggio, oltre a quello standard nel quale opera, forse a scopo di carico, un drone professionale.

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