Alla Reggia di Caserta l’arte dell’inconscio di José Molina

Oltre 50 opere illustrano dettagliatamente i linguaggi e i temi dell'artista madrileno, la sua ricerca psicologica, la sua attenzione alle tempeste dell'anima.

Alla Reggia di Caserta l’arte dell’inconscio di José Molina

La Reggia di Caserta ospita dal 3 maggio “Paesaggio dopo la battaglia” la personale dell’artista visionario José Molina: l’esposizione – curata da Lorenzo Canova – riunisce oltre 50 opere, tra dipinti, disegni, sculture e lavori inediti.

Molina analizza l’inconscio, la sua ricerca psicologica lo conduce a promulgare un codice simbolico privato, atto a riprodurre gli istinti, le remote pulsioni, in un viaggio che trasla dal passato al presente. Nelle sue opere albergano uomini, demoni, personaggi mitici, animali, che intendono sviscerare l’indentità dell’uomo, le maschere che usiamo per non svelare ciò che non è consentito.

La mostra espone l’opera visionaria e metafisica attraverso la serie dei Predatores, Los Olvidados, Peccati e Virtù: i peccati e le virtù dell’umanità vengono illustrati seguendo la particolare sensibilità del pittore, esasperando i gesti, utilizzando allegorie. L’Ira è rappresentata come un volto aggrottato, le braccia alzate, pugni chiusi; la Gola è un uomo intento nell’atto di mangiare un arto; la Lussuria è vista come un turbine di lingue intente ad assaggiare il corpo di una donna sdoppiata, celata da veli.

I “nuovi vizi” sono il frutto della nostra società, perennemente connessa ma incapace di comunicare realmente come nell’opera “Solo parole”, l’indifferenza, l’incapacità di assumersi delle responsabilità è espressa ne “Un altro giorno in paradiso”, l’avidità, il potere trasudano in una “Una sola lacrima”.

L’artista madrileno porta l’eclettismo a Caserta usufruendo di una narrazione chiara dove la speranza e la rinascita aleggiano nell’aria come ne “Il Grande Fratello” e “La bontà è una caramella dalla quale tutti vogliono strapparne un pezzo”, i visi deformi espellono i turbini interiori dell’uomo attraverso gli occhi, le rughe, la luce che illumina.

Il curatore Lorenzo Canova spiega: “L’artista, come un grande romanziere, lavora pertanto componendo grandi cicli, con una lunga e paziente azione che sembra voler costruire una nuova, grande ‘Commedia Umana’ composta attraverso capitoli serrati e analitici che attraversano la metamorfica e sfaccettata natura dell’animo umano, i suoi vizi e le sue virtù, in bilico perenne tra peccato e redenzione, tra misericordia e crudeltà”.

Le sculture di Molina realizzate in resina e legno acidificati ripropongono queste tematiche: un universo frammentato, misterioso, universi agghiaccianti, grotteschi, che intendono consegnare la molteciplità dell’umanità.

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