La crisi della biodiversità italiana, oltre il 50% delle specie in situazione critica

Il sempre più presente cambiamento climatico mette a rischio la nostra preziosa biodiversità, più del 50% di flora e fauna secondo l'ultimo rapporto del Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sarebbe a rischio.

La crisi della biodiversità italiana, oltre il 50% delle specie in situazione critica

Ancora una volta giungono notizie sconcertanti in merito alle problematiche ambientali, sempre più a rischio specie e habitat sia acquatici che terrestri. Notizia che è emersa dagli studi effettuati dall’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che pubblica un rapporto nella prima settimana di agosto. 

La nostra terra, l’Italia è una tra le nazioni europee con il maggior patrimonio di biodiversità, si evince che la flora italiana è costituita da un numero molto consistente di specie e sottospecie, con 1.169 Briofite, trovando poi 2.704 Licheni e 8.195 unità di Piante vascolari (come le felci). Non va dimenticata la nostra fauna, che sia marina, terrestre o d’acqua dolce è stimata in oltre 60.000 specie, di cui circa il 98% costituito da Invertebrati e il rimanente da circa 1.300 specie di Vertebrati. Ultima ma non per importanza è la componente marina che arricchisce i nostri mari: la flora presente ammonta a circa 2.800 specie, mentre la fauna marina è stimata in oltre 9.300.

Questa ricchezza di cui possiamo e dobbiamo essere fieri è dovuta alla grande diversità topografica, geologica e climatica che caratterizza il nostro Paese, alla sua storia paleogeografica e paleoclimatica, nonché alla posizione fulcro in quello che è il bacino Mediterraneo, e ricordo che viene considerato uno dei principali hotspot di biodiversità su scala planetaria.

L’attuale rapporto del Ispra mostra che la situazione è sempre più critica, il 54% della flora e il 53% della fauna di terra e il 22% delle specie marine e l’89% degli habitat terrestri risultano essere in uno stato di conservazione sfavorevole, questo significa che non crescono o si sviluppano come dovrebbero rischiando l’estinzione, gli unici che si salvano al momento sono gli habitat marini che mostrano uno stato di mantenimento favorevole nel 63% dei casi.

E’ evidente che il problema principale che determina questo diradamento della biodiversità è il cambiamento climatico e di conseguenza la colpa è di noi umani. Come se non bastasse c’è anche un altro fattore di rischio, l’invasione di specie esotiche in ambito terrestre determina un disadattamento delle specie nostre locali che vengono spodestate da quelle estere.

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