Chris Froome positivo ad un controllo antidoping alla Vuelta. Vittoria a Nibali?

Il britannico, vincitore dell’ultima Vuelta, è stato trovato positivo ad un controllo antidoping durante la corsa a tappe spagnola. In caso di squalifica la vittoria andrebbe al siciliano, secondo sul podio di Madrid

Chris Froome positivo ad un controllo antidoping alla Vuelta. Vittoria a Nibali?

Nell’ultima edizione della Vuelta di Spagna, Chris Froome e la sua squadra, il team Sky, avevano neutralizzato la concorrenza, andando a bissare il successo del Tour de France. Indossata la maglia rossa di leader sin dalla terza tappa, il britannico aveva rintuzzato gli attacchi di Vincenzo Nibali, che alla fine dovette accontentarsi del secondo posto sul podio di Madrid.

A distanza di tre mesi dall’epilogo della corsa a tappe spagnola, arriva un comunicato della Federazione Ciclistica Internazionale che potrebbe riscrivere la storia della corsa. Infatti il vincitore, Chris Froome, è stato trovato positivo ad un controllo antidoping al termine della 18esima tappa della Vuelta. Positività già confermata dalle controanalisi.

Nelle urine del ciclista britannico è stata trovata una concentrazione di salbutamolo doppia rispetto al limite consentito di 1000 ng/ml. Per il momento l’atleta non è stato sospeso, in attesa che la sua squadra fornisca chiarimenti sull’accaduto. Il salbutamolo è un farmaco broncodilatatore che viene utilizzato per la cura dell’asma, di cui il britannico soffre fin dall’infanzia, ma nel caso incriminato si è superato ampiamente il limite consentito.

La sua squadra, in una nota, si è dichiarata sorpresa da questo risultato, poiché il farmaco era stato somministrato nei limiti. Evidentemente, secondo il team Sky, i valori sono stati condizionati da l’interazione del farmaco con cibi o altri medicinali, la disidratazione e il tempo trascorso tra l’assunzione e il controllo antidoping.

Non sono mancate le parole di Froome, che ha dichiarato di conoscere bene le regole e che, insieme alla squadra, fornirà i chiarimenti del caso. Resta in attesa degli eventi Vincenzo Nibali, che in caso di squalifica del britannico, vincerebbe (a tavolino) la sua seconda Vuelta. Per il siciliano “non è un grande giorno per il ciclismo, non è un grande giorno per Froome”.

Due i casi più famosi di positività all’uso eccessivo di questo farmaco. Nel 2007 Alessandro Petacchi fu squalificato per un anno, perdendo le 5 tappe vinte al Giro d’Italia, mentre nel 2014 fu la volta di Diego Ulissi, che venne fermato per nove mesi. In entrambi i casi si trattò di una concentrazione comunque inferiore a quella riscontrata nelle urine di Froome, che rischia seriamente di essere squalificato.

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