Gli ritirano la patente perché ubriaco nel salotto di casa: “Lo prevede la legge”

Un 38enne svizzero di Arbon, festeggiando la nascita del figlio a casa, si è visto ritirare la patente dalla polizia, chiamata per disturbo dai vicini, nonostante non fosse alla guida.

Gli ritirano la patente perché ubriaco nel salotto di casa: “Lo prevede la legge”

In una vicenda che sembra strappata da un romanzo grottesco, un 38enne svizzero di Arbon, nel cantone Turgovia, si è visto ritirare la patente di guida in circostanze alquanto insolite, senza nemmeno aver messo piede fuori dalla porta di casa. La storia, raccontata dal sito locale 20 Minuten, ha dell’incredibile e solleva interrogativi sulla portata delle normative riguardanti la guida in stato di ebbrezza.

L’uomo stava celebrando la nascita del suo figlio insieme ad alcuni amici, quando una chiamata inaspettata ha interrotto i festeggiamenti: era la polizia, avvertita dai vicini disturbati dal baccano. Durante il controllo, gli agenti hanno notato che l’uomo era visibilmente ebbro, con un tasso alcolemico che superava il 2 per mille, ben oltre il limite consentito per la guida. Nonostante l’assenza di un veicolo, la patente gli è stata ritirata qualche giorno dopo la visita.

Ma come è possibile che una persona venga penalizzata per il proprio stato di ebrezza senza essere stata sorpresa alla guida? La spiegazione, fornita dall’avvocato dell’uomo dopo il rigetto del ricorso contro il provvedimento, risiede in una interpretazione della legge che considera i livelli di alcol nel sangue indicativi di una possibile dipendenza. Ciò, secondo i giudici, potrebbe pregiudicare la capacità di guida sicura, giustificando un ritiro preventivo della patente.

L’uomo ora si trova di fronte alla necessità di sottoporsi a esami medici per dimostrare la propria idoneità alla guida, un processo che lo vede già esborso di migliaia di franchi tra avvocato e ricorsi. “Non sono un alcolista, bevo molto meno della media delle persone“, afferma, sottolineando l’ingiustizia di dover pagare ulteriori 1.500 franchi per provare la propria innocenza.

Questa vicenda apre un dibattito sulle modalità con cui le autorità interpretano le leggi relative alla guida e all’alcol, come sottolineato da Michele Isolini dell’Ufficio giuridico della Sezione della circolazione del Canton Ticino. La legge è chiara nel richiedere che i conducenti siano liberi da ogni forma di dipendenza che possa compromettere la sicurezza alla guida, ma l’applicazione di questa normativa in contesti domestici solleva questioni di privacy e proporzionalità della punizione.

La storia di Arbon rimarrà certamente impressa come un curioso precedente, mettendo in luce i confini sfumati tra la vita privata e le responsabilità pubbliche, e forse inviterà a una riflessione più ampia sulla regolamentazione della guida in stato di ebbrezza.

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