Varetto a Sky Tg24: YouTube non intende rimuovere i video jihadisti

Sarah Varetto, la direttrice di Sky Tg24, ha condotto un inchiesta che mette sotto accusa Google e YouTube, che consentono ai filmati jihadisti di rimanere on line per anni.

Varetto a Sky Tg24: YouTube non intende rimuovere i video jihadisti

Sky Tg24 ha condotto un’inchiesta atta ad approfondire le dinamiche che consentono visibilità e propaganda ai video dell’Isis: un attacco diretto ai colossi YouTube e Google. “Basterebbe che le società più grandi e più ricche del pianeta schiacciassero un tasto”, sentenzia il servizio in conclusione.

La denuncia è partita da un editoriale del direttore Sarah Varetto, che ha introdotto un documentato nel quale si constatava come sia estremamente semplice visualizzare su YouTube filmati di esecuzioni, di minacce, di campi di addestramento al terrorismo, ove partecipano minori, con l’invito finale a lasciare un like.

Varetto in merito ha detto: “Una delle ribalte più note e controllabili del pianeta offre ampia visibilità alla propaganda dell’Isis. Google, la seconda società più grande del mondo (proprietaria di YouTube), non è in grado di controllare e rimuovere con efficacia questi video dal contenuto realmente raccapricciante“.  Occorre ricordare che i filmati rimangono on line per anni ottenendo migliaia di visualizzazioni: i controlli per i contenuti inneggianti alla violenza e al terrorismo non vengono attuati direttamente da YouTube, che cancella solo previa segnalazione degli utenti.

Nel caso della violazione della legge sul copyright musicale, Google ha attivato un sistema di autocontrollo che istantaneamente e definitivamente elimina l’elemento: i contenuti pedopornografici vengono, giustamente, cancellati rapidamente, mentre i video jihadisti paiono appartenere ad un altro universo, visto che la permissività nei loro riguardi è inaccettabile.

Alle volte, la cancellazione non rimuove definitivamente il contenuto che ricompare su altre pagine, e su altri provider. Google ha modificato l’inserimento di pubblicità nei filmati jihadisti, modificando la policy per la gestione dei banner pubblicitari: pubblicità rimosse, video sempre on line.

Google Italia si è difesa sostenendo che, prima di rimuovere i filmati, è necessario vagliare il contesto in cui vengono divulgati, verificando se si tratti di video caricati a fini informativi o a fini educativi: i filmati sono estremamente espliciti, e non si comprende quali finalità diverse da quelle palesi possano avere.

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