Un uomo resuscita dopo 3 mesi, in Perù: ecco cos’è accaduto in realtà

Nei giorni scorsi, una notizia ha acquistato un'improvvisa popolarità in ottica virale, sui social: riguarda l'episodio di un anziano peruviano "resuscitato" dopo 94 giorni di tumulazione nella sua bara. Ecco cosa si cela dietro l'ennesima panzana del web.

Un uomo resuscita dopo 3 mesi, in Perù: ecco cos’è accaduto in realtà

Da parecchio tempo, ormai, non ci occupiamo più – con regolarità – di bufale internettiane. L’episodio balzato agli onori della cronaca webbistica negli scorsi giorni, a suon di condivisioni virali nei social, tuttavia, merita decisamente l’attenzione generale, perché riguarda il caso di Alejandro Tanatos, l’uomo – originario del Perùrisorto dopo uno stato di morte durato più di 3 mesi!

La notizia che, non senza qualche aspetto divertente, ha preso a circolare nei giorni immediatamente precedenti al disastro “Wannacry“, parla di un certo uomo peruviano, di 54 anni, che sarebbe morto in seguito ad alcune complicanze cardiache, dovute a precedenti patologie, ed al freddo, che ne avrebbe rallentato la circolazione (il suo villaggio si trovata a 1200 metri sul livello del mare), nonostante la massiccia assunzione di eparina e cardioaspirina.

A questo punto, dopo 24 ore di veglia, l’uomo sarebbe stato tumulato come la prassi richiede: solo che Alejandro, questo il nome del nostro protagonista, dopo 94 giorni di morte cerebrale, ha pensato bene di risvegliarsi, picchiando come un forsennato sulle pareti della sua bara, e facendosi – così – sentire dal custode del cimitero.

Portato in ospedale, diversi medici, con l’ausilio di vari scienziati accorsi a Lima (capitale del Perù) per studiare il caso, hanno decretato che l’uomo aveva un corretto funzionamento degli organi interni, preservati dal freddo e dalle medicine assunte, anche se era parzialmente decomposto all’esterno, tanto da aver quasi perso la vista: in compenso, era lucido, parlava, e – come evidenziato da alcune foto di corredo – accennava qualche passo con i suoi cari, molto felici, in giro per il paese.

Bufale.net, portale di debunking, ha analizzato il caso, ed ha scoperto che tale notizia era partita da “Il Giornale italiano”, sito già noto agli esperti del settore per la bufala del bambino risorto a San Gennaro, che – nel suo disclaimer – riporta la sua natura di portale satirico, uso ad adulterare totalmente o parzialmente le informazioni incluse nelle sue varie sezioni tematiche.

Oltre a questo, a destare qualche “legittimo sospetto” sono anche altri elementi: l’uomo si chiama Alejandro ma, di cognome, fa Tanatos, come il Dio greco della Morte: insomma, un piccolo indizio sulla natura bufalina della notizia che, evidentemente, non molti hanno colto, complice l’attenzione morbosa degli utenti internettiani per le immagini splatter, e le notizie sensazionalistiche/acchiappaclick.

A proposito di immagini, quella con la quale è stato contornata la notizia in oggetto è un ulteriore indizio di quanto questa notizia sia falsa: eseguendo una ricerca inversa tramite Google Immagini, o con TinyEye, è possibile scoprire che la medesima illustrazione è utilizzata in alcuni siti di folclore, e riguarda un rito, noto come “Ma’Nene”, praticato nell’isola indonesiana di Sulawes.

Con questa pratica religiosa, piuttosto suggestiva, i nativi del posto sono soliti, una volta all’anno, riesumare un proprio caro, vestirlo e ripulirlo, per portarlo in giro del paese, in modo che la gente possa toccarlo (esorcizzando la morte) e, nel contempo, chiedergli l’assistenza e la protezione per l’anno a venire. A fine evento, la salma viene riportata nel luogo dell’eterno riposo, con la popolazione locale ormai confortata dalla certezza che i propri avi veglieranno sulle loro sorti per ancora un anno.

Nel caso, quindi, abbiate letto anche voi la notizia di cui sopra, non ricondividetela e, anzi, segnalatene la natura bufalina/satirica, in modo da portare avanti una corretta ecologia dell’informazione internettiana, sì da non ingolfare inutilmente le bacheche social, e – soprattutto – in modo da non ingenerare facili guadagni in chi fa del clickbait la propria missione online.

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