Padova: postava e vendeva foto hot in internet

L'incasso arrivava anche a 2.500 euro al mese. Il caso è stato scoperto dall'Arma dei carabinieri che, con il Lions club Padova, ha partecipato al progetto anti cyberbullismo nelle scuole.

Padova: postava e vendeva foto hot in internet

Una ragazzina di quindici anni appena vendeva, di notte, le sue foto hot sui social. La sua “attività” la portava a guadagnare anche 2.500 euro al mese, una bella somma, e senza che alcuno lo sapesse.

I carabinieri stanno tuttora indagando per accertare dove siano finite le foto della minorenne, chi ne sia in possesso avendo acquistato le immagini, e quale traffico stiano alimentando.

Il caso è emerso a scuola, durante un ciclo di incontri sul tema del cyberbullismo e legalità promosso in varie scuole padovane dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con il Lions club Padova San Pelagio. Durante gli incontri, sono emerse varie testimonianze che i carabinieri hanno saputo raccogliere e mettere insieme iniziando la loro ricerca.

Nell’anno scolastico 2016-2017, il programma “cyberbullismo e legalità” ha coinvolto 1.500 alunni, dalla quarta elementare alla seconda superiore, in ben tredici scuole della provincia. La ragazzina, ma così molti dei suoi coetanei, navigava in internet soprattutto nelle ore notturne, per sfuggire al controllo dei genitori.

Durante la notte, quando nessuno controllava la sua attività, scattava e spediva sui social le foto delle sue parti intime, naturalmente in cambio di denaro, un bel giro d’affari che le ha fatto mettere insieme migliaia di euro.

Il progetto ha portato a galla anche altre storie, in particolare quella di una ragazzina che – per anni -dalle classi elementari alla terza media, è rimasta vittima di eventi di bullismo. Lo racconta, in qualche breve passaggio, Barbara Bononi del Lions club: “Un giorno è stata costretta a portare un post-it diffamatorio sulla schiena tutto il giorno senza che nessuno intervenisse. Era completamente isolata dalle relazioni sia a scuola che fuori, esclusa dai gruppi WhatsApp e bloccata sui cellulari, senza punti di riferimento a scuola e in famiglia. Alla fine, ha portato a termine l’anno ma ha dovuto cambiare scuola”.

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