La Commissione Europea commina a Google una multa da 2,42 miliardi

La Commissione Europea non vuole finire di stupire quando si tratta di comminare sanzioni da record: a battere tutti i primati è, stavolta, una sanzione che Google dovrà pagare, per la cifra da record di 2,42 miliardi di euro.

La Commissione Europea commina a Google una multa da 2,42 miliardi

La Commissione Europea ha comminato una multa da record al colosso dell’informatica Google, il quale dovrà pagare una cifra da record che consta in un pagamento di ben 2,42 miliardi di euro, un nuovo primato per quanto riguarda le sanzioni inflitte ai privati da parte della Commissione, la quale non si stanca mai di multare coloro che essa ritiene “poco corretti” nel mercato europeo.

Google dovrà pagare questa somma stratosferica per il solo fatto di avere una “posizione dominante” sul mercato: in poche parole, la Commissione non vuole riconoscere il predominio sulle altre dell’azienda di Mountain View, che ha conquistato questa posizione da semplice start-up degli anni ’90, fino a diventare un colosso dell’informatica.

La visione di libero mercato dell’Unione Europea è ostinata, e non vuole riconoscere alle aziende che dominano certi settori la facoltà di ottenere il massimo profitto dal proprio agire, quasi sempre onesto: è come se si chiedesse alla Coca Cola di mettere sul mercato meno bibite, oppure alla Nutella di ritirare parte dei propri vasetti dai supermercati.

La Commissione, nello specifico, afferma che la posizione preminente di Google permette agli utenti di cliccare, per il 95% dei casi, sui primi dieci risultati della prima pagina di ricerca, mentre quelli della seconda si limitano all’1% da parte degli utenti: percentuali da centesimi per la terza e la quarta pagina di risultati. In pratica Google, con questo sistema di ricerca, orienterebbe il mercato a suo piacimento.

L’intoppo che la Commissione Europea ha commesso sta nel fatto che anche gli altri motori di ricerca, come Yahoo e Bing, funzionano nella stessa maniera e, per questo, dovrebbe multare – in maniera rapportata alla quota di mercato – anche le altre aziende. In poche parole, leggendo fra le righe e guardando alla realtà, questo è un modo per la UE di fare cassa, esattamente come accade ai comuni italiani, quando sistemano sulle strade gli autovelox.

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