La bufala della ragazza pagata per piangere sui luoghi delle stragi

Dopo la strage di Parigi, è ritornata a circolare la bufala delle finte stragi organizzate dai massoni per imporre un Nuovo Ordine Mondiale. Punto cardine della bufala in questione sarebbe la foto di un'attrice che piange sui luoghi delle stragi

La bufala della ragazza pagata per piangere sui luoghi delle stragi

Di solito inizia a circolare ogni volta che si verifica una tragedia ed era inevitabile che ciò accadesse anche in seguito alle stragi parigine. Parliamo di una bufala decisamente di cattivo gusto, inerente le “false flag“, ovvero le finte stragi organizzate dai governi di mezzo mondo per scuotere le coscienze dei propri cittadini e far passare dei provvedimenti che, altrimenti, non passerebbero (es. riduzione delle libertà etc).

La bufala in questione ha un copione già scritto: un’organizzazione occulta (la massoneria, in genere, i nuovi Savi di Sion, dei servizi deviati etc) vuole imporre un Nuovo Ordine Mondiale, ovviamente poco democratico.

Per ottenere tale risultato organizza dei finti attentati. Il punto è che far morire, sulla scena, una qualche decina di persone sarebbe ritenuto troppo poco dalle menti di questo fantomatico progetto e, per questo motivo, si penserebbe di piazzare sul luogo della tragedia un’attrice che piange. Certo, non si può fare un “casting” per questo e, quindi, ci si rivolge a “quella data attrice che ha già lavorato per noi…”. Pericolo che qualcuno la riconosca? Macché, “la gente mica nota certi dettagli”. Et voilà. La cospirazione è ordita.

Nello specifico si è presa in considerazione la foto di una ragazza che piangeva dopo la strage alla Maratona di Boston (2013) e la si è messa in correlazione con foto di altre ragazze riprese in altre, tragiche, circostanze: dopo la sparatoria alla Sandy Hook Elementary School (Dicembre 2012, 26 vittime), al cinema Century 16 di Aurora (Luglio 2012), e – in alcune versioni di tale bufala – al Umpqua Community College di Roseburg (Ottobre 2015, 9 vittime). 

Secondo i “soliti” bene informati, la ragazza “piangente” sarebbe la stessa in tutti i casi sin qui esposti. Tuttavia, com’è facile intuire, non è affatto vero ed è dimostrabile. Nella foto relativa alla Sandy School, la ragazza che piange è Charleee Soto, la sorella della maestra (Vicky Soto) che, al prezzo della sua stessa vita, consentì a diversi alunni di mettersi in salvo. Nel caso della sparatoria al Cinema Century di Aurora, la ragazza il lacrime è Amanda Medek e la sua disperazione è autentica: nella strage commessa da James Holmes (12 vittime, 26 feriti) nel cinema in questione, una delle vittime era proprio sua sorella Micayla.

La ragazza da cui è partito tutto questo ambaradan, fotografata alla veglia che si tenne dopo la strage di Boston, invece, era Emma MacDonald ed era alla manifestazione citata in segno di reale, autentico cordoglio. 

Com’è stato possibile mettere su un’impalcatura del genere e, soprattutto, perché? Semplice. Il meccanismo si basa sempre sul fatto che una notizia verrà condivisa per solidarietà e, o, per dimostrare che si è più informati di tutti gli altri. Sempre e comunque senza controllare né le fonti, né i fatti.

A far partire il tutto, infine, vi è sempre la voglia di speculare sul dolore altrui: fantomatiche notizie come quelle delle finte stragi, benché di cattivissimo gusto, attirano click, generano popolarità e, in ultima, estrema sintesi, portano guadagni. Per quanto sia brutto ammetterlo…

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